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Le Vicende
Belliche (1940 - 1943)
Prima di descrivere, seppur succintamente, le
azioni di guerra che hanno visto per protagonisti i reparti paracadutisti delle
Forze Armate italiane nel periodo 19401943, è necessario considerare come
l'effettivo utilizzo di queste truppe speciali fu completamente diverso da
quello per il quale esse erano state costituite e così a lungo addestrate.
Infatti, se si eccettua l'occupazione di Cefalonia, operazione peraltro di
importanza marginale anche per l'esigua entità delle forze impiegate, in nessuna
circostanza i paracadutisti furono messi in condizione di impiegare le loro
particolari tecniche operative.
Ciò dipese innanzitutto dalla mancanza di una consolidata dottrina sull'impiego
delle aviotruppe (anche all'estero i paracadutisti compivano proprio in quegli
anni i primi passi) ma anche dall'andamento della guerra che prima rese
inattuabili alcuni piani precedentemente tracciati e poi costrinse gli Alti
Comandi a gettare comunque nella mischia le truppe paracadutiste, anche se in
condizioni operative tutt'altro che ottimali, spesso utilizzandole come normali
reparti di fanteria.
Tale errato impiego (nel caso degli N.P. della Regia Marina si può parlare
addirittura di mancato impiego) non impedì ai paracadutisti di mettere in mostra
in maniera completa le loro qualità belliche, che alla prova dei fatti si
rivelarono veramente notevoli, ma certamente causò loro gravi difficoltà, poiché
armamento ed attrezzature logistiche di cui disponevano, definiti in base alle
esigenze e caratteristiche proprie della loro specialità, risultavano ora del
tutto inadeguati al nuovo tipo di combattimento che essi dovevano affrontare.
A ciò si aggiungeva la drammatica situazione nella quale le truppe italiane si
trovavano ad operare, soprattutto sul fronte nord-africano, dopo che i pur
coraggiosi tentativi di attacco si erano esauriti per l'assoluta mancanza di
approvvigionamenti e la cronica inferiorità di mezzi ed armamenti nei confronti
del nemiCO.
L'eroico comportamento dei paracadutisti italiani che, in ogni circostanza, si
batterono con capacità, ardimento e spirito di sacrificio ben superiori a quanto
fosse umanamente possibile aspettarsi, anche da truppe particolarmente ben
selezionate ed addestrate, fu quindi ancora più encomiabile.
Ciò fa risaltare in maniera decisiva la loro partecipazione agli eventi bellici
che, in termini esclusivamente quantitativi, potrebbe essere forse considerata
non determinante; le gesta della Folgore, che tornò imbattuta dal fronte
africano, e degli altri reparti paracadutisti, sono destinate a costituire una
delle pagine più luminose nella storia militare italiana.
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