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Il Fronte
Tunisino
Con i pochissimi paracadutisti scampati alla
morte o alla prigionia, verso i primi di dicembre del 1942 il Cap. Lombardini
riuscì a ricostituire un battaglione di circa 600 uomini, che prese il nome di
285° Battaglione Paracadutisti Folgore. Assegnato alle dipendenze del 66° Rgt.
Fanteria della Divisione Trieste, il battaglione era strutturato su quattro
compagnie, più una compagnia autonoma aggregata al 4° Btg. Granatieri di
Sardegna, andato anch'esso a rinforzare il 66° Fanteria.
Nell'organico del reparto venne inserito anche un gruppo di Carabinieri
paracadutisti superstiti del disciolto l ° Battaglione.
Il Battaglione Folgore fu impegnato negli ultimi combattimenti sul suolo libico
e poi, con l'inizio del 1943, coprì l'arretramento in Tunisia dell'Armata
italo-tedesca, attestandosi prima lungo la linea fortificata del Mareth, poi
nella zona dell'Uadi Akarit e, da ultimo, ad Enfidaville" Già impegnato in duri
scontri con il nemico durante i\fllesi di marzo ed aprile e ridotto ad appena
200 uomini per le gravi perdite subite, il battaglione fu protagonista, nei
giorni 20 e 21 aprile 1943, del combattimento al caposaldo di Takrouna.
Una pattuglia d'assalto di paracadutisti riuscì ad impadronirsi del villaggio,
posto su una collina rocciosa, raggiungendolo dopo aver scalato un ripido
canalone ritenuto impraticabile, e lo difese fino al giorno seguente quando,
investita da forze nemiche nettamente superiori, resistette fino al completo
annientamento.
Avevano così praticamente termine, con quest'ultima azione di guerra, le eroiche
vicende della Folgore sul suolo africano.
In Tunisia si batterono anche gli uomini del Battaglione Paracadutisti della
Regia Aeronautica. Trasferiti a Biserta nel novembre 1942 per contrastare
l'avanzata delle truppe anglo-americane che erano in quei giorni sbarcate in
Marocco e Algeria, essi attaccarono le avanguardie della 78 ~ Brigata di
Fanteria britannica presso Djebel Abiod il giorno 21, e questa coraggiosa
iniziativa riuscì, seppur al prezzo di gravi perdite, a rallentare il nemico
permettendo alle forze dell'Asse di costituire, con gli altri reparti fatti
affluire dall'Italia, una linea difensiva che avrebbe resistito fino al 13
maggio del 1943.
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