Ten.
Col. Par. in S.p.e.
Izzo
Giuseppe
Comandante di un battaglione
di paracadutisti, ricevuto l’ordine di conquistare una formidabile posizione
avversariachiave
di tutto il sistema difensivo nemico sul fronte di Bologna e mantenuta dalle
migliori truppe, ben conscio del sacrificio
al quale andava incontro, decisamente l’attaccava
alla testa dei suoi uomini. Dopo un furioso corpo a corpo riusciva ad
occuparla e la manteneva nonostante cinque furiosi contrattacchi del tedesco
che era deciso a conquistarla a qualunque prezzo. Nella lotta senza quartiere
da Comandante si tramutò in semplice paracadutista ed imbracciato il mitra,
senza un riparo, una difesa, in piedi sparò fino a che una raffica nemica da
pochi metri non gli fece saltare l’arma di mano mutilandolo gravemente, ma non
abbandonò il combattimento, rimase in testa ai suoi che, nell’esempio luminoso
del Comandante, trovarono la disperata energia per la vittoria che segnò la
pagina più bella dei paracadutisti del “Nembo” e che riconfermò il valore del
soldato d’Italia.
Magnifica figura di
comandante e di soldato, così esaltata anche dal comando alleato: lo
straordinario eroismo in combattimento del Tenente Colonnello
Izzo ha costituito
un’importante fattore della disfatta del nemico ed ha contribuito al
successo finale del 15° Gruppo Armate in Italia.
Grizzano
(Bologna) , 19 aprile 1945.
Medaglia d'Oro al Valor Militare (M.O.V.M.)
Giuseppe IZZO
Nacque a Presicce, in provincia di Lecce, nel 1904.
Iniziò la carriera militare come allievo della Scuola
Militare Nunziatella negli anni 1919/1922, come ufficiale di
complemento, fu ammesso, nel 1924, a frequentare i corsi all'Accademia
di Fanteria e Cavalleria di Modena (III
Corso) dalla quale usci, nel 1927, con il grado di tenente di fanteria
e fu assegnato al 6° rgt di stanza a Palermo. Su segnalazione del comandante
di reggimento fu selezionato per partecipare ai corsi della scuola di guerra
durante i quali fu promosso a scelta capitano.
Con tale grado e dopo assegnazioni a vari comandi partecipò come Volontario
alla guerra di Spagna a fianco dei Franchisti durante la quale fu decorato
di alcune onorificenze spagnole.
Rientrato in Italia, allo scoppio della seconda guerra mondiale partecipò
alle operazioni in Albania e Jugoslavia con incarichi di stato maggiore e di
componente la commissione istituita per la definizione dei confini tra i due
paesi. Promosso maggiore nel 1941, chiese ed ottenne di essere assegnato
alla nuova specialità dei paracadutisti e frequentò i relativi corsi a Tarquinia sperimentando
anche nuove tecniche di lancio con armi individuali.
Assegnato alla neo costituita 185ª
Divisione paracadutisti "Folgore", ne seguì le sorti in Africa
Settentrionale durante l'intero ciclo operativo che si concluse con le due
battaglie di El Alamein (luglio
- novembre 1942). Durante l'ultima di queste, con il grado di Tenente
Colonnello al comando del V battaglione presidiò l'estremo lembo del fronte
italo-tedesco, arginando vittoriosamente, nella notte del 23-24 ottobre, il
tentativo di aggiramento a sud effettuato dagli alleati. Gravemente ferito
nel combattimento fu fortunosamente trasportato presso il comando di
divisione e poi rimpatriato in Italia. Per l'eroismo dimostrato in tale
occasione, pur proposto dal Comandante della Divisione per la maggior
ricompensa al Valor Militare, fu decorato, nel 1947, con la Medaglia d'Argento al Valor Militare.
All'atto dell'armistizio, ancora convalescente, si presentò spontaneamente
al Comando Italiano di Brindisi e fu assegnato prima agli uffici dello Stato
maggiore dell'Esercito e poco dopo presso un Comando inglese. Incaricato di
riorganizzare la Divisione paracadutisti "Nembo", di
stanza in Sardegna, dopo i disordini
che l'avevano attraversata alla notizia dell'armistizio, ne fu nominato Capo
di Stato Maggiore. In tale incarico, alternato al comando di reparti
operativi della stessa Divisione, partecipò all'intero ciclo operativo della
Grande Unità nella Guerra di Liberazione ed ai combattimenti di Cassino, Orsogna, Chieti e
Filottrano nel 1944.
Sciolta la Divisione e transitatene i residui reparti, come reggimento Nembo
(183°), nel Gruppo di Combattimento Folgore ne ricoprì temporaneamente il
comando, per poi ottenere il comando del II Battaglione paracadutisti che
guidò nei combattimenti di
Tossignano, Santerno e Grizzano; durante tale ultima battaglia si
scontrò e vinse i "Diavoli Verdi" del I Reggimento Paracadutisti tedesco,
aprendo alle truppe alleate la strada per la liberazione di Bologna; anche
in tale combattimento fu gravemente ferito.
Per lo straordinario eroismo dimostrato in combattimento, venne decorato sul
campo a Grizzano dal Comando americano con la "Distinguished Service Cross" per notevole contributo fornito alla
vittoria delle armi alleate e, subito dopo, con la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
È stato dal 1967 al 1973 Presidente dell'Associazione ex Allievi della
Scuola Militare Nunziatella
Izzo è morto a Roma, all'Ospedale militare del Celio presso cui era in cura,
il 19 maggio 1983 ed è sepolto a Presicce nella cappella di famiglia.