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La Divisione "NEMBO" ed il 185° reparto paracadutisti Arditi "Nembo" nelle operazioni con il
Corpo Italiano di Liberazione
(aprile - settembre 1944)


Tra la fine di aprile e la metà di maggio '44 la Divisione "NEMBO" si imbarcò a Cagliari, lasciando finalmente l'isola, per trasferirsi nel continente ed essere posta alle dipendenze del Comitato Italiano di Liberazione (C.I.L.).

Fine del ciclo operativo nelle Mainarde.

Primo ad entrare in azione fu il 184° rgt. (XIII e XIV btg.) che il 22 maggio raggiunse i reparti del C.I.L. sulle Mainarde e si schierò nella zona di Costa S. Pietro ad ovest di Monte Marrone; nel frattempo il giorno 19 la 33a cp. del CLXXXV aveva eseguito con successo un colpo di mano su Monte San Michele, nell'azione cadde eroicamente il S. Ten. Bruno Bussolin, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria. Dopo l'inizio dell'offensiva alleata sul fronte di Cassino, il giorno 27 maggio anche il C.I.L. passò all'attacco. Nel quadro dell'operazione, denominata "Chianti", il 184°, sulla sinistra dello schieramento, conquistò le posizioni di Colle Porcazzette e l'importante quota 2021 di Monte Cavallo, avanzando ed occupando S. Biagio Saracinisco, mentre il CLXXXV dava protezione sulla destra, all'azione di alpini, bersaglieri ed arditi che avanzavano verso nord sulla direttrice Monte Mare - Colle dell'Altare.

Nei giorni successivi il 184° venne ritirato dalla linea per ricongiungersi al resto della Divisione "NEMBO" che nel frattempo si era dislocata nel settore adriatico, mentre il CLXXXV continuò l'avanzata verso nord rastrellando la Valle di Mezzo, Monte San Michele e Casone del Medico.

Con lo sganciamento del nemico si concluse il ciclo operativo nella zona delle Mainarde e del Parco Nazionale d'Abruzzo ed il Corpo Italiano di Liberazione, e quindi anche il CLXXXV btg. par. "Nembo", ai primi di giugno si trasferì nel settore adriatico, raggiungendo la Divisione "NEMBO" e passando alle dipendenze della 4a Divisione indiana (V Corpo d'Armata britannico).

L'avanzata dal Sangro al Chienti.

La Divisione "NEMBO" si era schierata sin dal 31 maggio nel settore adriatico, dislocandosi intorno a Lanciano, dove fu raggiunta dal CLXXXV che le era stato assegnato in rinforzo. Nel quadro dell'avanzata generale su tutto il fronte, l'8 giugno 1944 la Divisione concorse all'azione offensiva con il 183° che raggiunse Crecchio e Canosa Sannita e con il 184° che liberò Orsogna e Filetto.

Proseguendo l'avanzata, il giorno 9 il XIV/184° raggiunse ed occupò Ari, sulla destra il 183° occupò Giuliano Teatino e S. Rocco mentre il XIII/184° guardò il fiume Foro, oltrepassò Villamagna e puntò su Chieti vincendo le residue resistenze tedesche ed infliggendo perdite al nemico. Alle ore 18.00 il battaglione raggiunse ed occupò Chieti, primo capoluogo di provincia liberato da unità italiane.

Il giorno 11 giugno, mentre una pattuglia della 184a cp. motociclisti raggiunse Sulmona prendendo contatto con elementi inglesi, il 184° effettuò il passaggio del fiume Pescara ed occupò le alture a nord del fiume.

Tra l'11 e il 12 giugno la Divisione "NEMBO" oltrepassò il Pescara schierandosi sulla sinistra del fiume. Nel frattempo il CLXXXV venne assegnato alla I Brigata del C.I.L. e si schierò in riserva sulla riva destra del Pescara.

Dopo operazioni di rastrellamento nelle zone occupate e dopo che il 13 giugno una pattuglia della 184a cp. motociclisti raggiunse l'Aquila ed altre pattuglie motocicliste muovendosi verso nord raggiunsero Penne e Castiglione, la Divisione "NEMBO" riprese il movimento, reso difficoltoso dalle interruzioni operate dai tedeschi, in direzione di Ascoli Piceno secondo l'itinerario Chieti - Penne - Teramo mentre il CLXXXV, con la I Brigata, si mosse in direzione di Rieti, sull'itinerario Chieti - Popoli - Aquila, con l'incarico di mantenere l'occupazione di questa città.

Il 17 giugno il C.I.L. passò alle dipendenze del II Corpo polacco ed emanò disposizioni per l'ulteriore avanzata verso nord; venne previsto che la "NEMBO" gravitasse su Teramo spingendo avanguardie su Ascoli Piceno, raggiunta da una pattuglia della 184a cp. motociclisti il giorno 18.

Nei giorni 19 e 20 i reparti della Divisione raggiunsero la zona di Teramo senza incontrare resistenza. Il 19 giugno le autorità alleate richiesero l'impiego di un battaglione della "NEMBO" per un progetto di aviolancio nell'Appennino Emiliano alle spalle dello schieramento difensivo tedesco (operazione Batepiste). Fu scelto il CLXXXV che fu avviato dall'Aquila a S. Vito dei Normanni per un ciclo addestrativo presso la Training Battle School cui seguì l'addestramento aviolancistico con materiale britannico. L'operazione fu poi annullata il 1 agosto '44 mentre il CLXXXV era già pronto all'imbarco sull'aeroporto di Brindisi.

Sul fronte adriatico l'avanzata della Divisione continuò ancora ma nella giornata del 21 giugno la 184a cp. motociclisti incontrò resistenza nemica a Sarnano, proseguì ma urtò in una resistenza ancor più rigida nella zona di Abbadia di Fiastra e Colbuccarro; il giorno seguente, intervenne nel violento combattimento il XVI/183°, distaccando in avanti la 46a cp.. Allo scopo di saggiare la consistenza dello schieramento nemico, il giorno 26 giugno il XV/183°, con il concorso della 184a cp. motociclisti e del I/184° artiglieria attaccò con direttrice Sforzacosta - Macerata - Villa Potenza, impegnando il nemico posto a difesa della linea del Chienti; i tedeschi reagirono violentemente e respinsero l'attacco, reiterando, anche con intensa attività di pattuglie, la difesa fino al giorno 30, allorché ripiegarono oltre il Chienti. Nello stesso giorno il 183°, passato il Chienti a Sforzacosta, raggiunse Macerata mentre sulla sinistra il CLXXXIV btg. guastatori occupò Tolentino.

Filottrano.

Il 1° luglio un gruppo tattico della "NEMBO" (183°, I/184°, CLXXXIV guastatori e 184a cp. motociclisti) riprese il movimento su due colonne oltrepassando il fiume Potenza ed il giorno successivo il XV/183°, in movimento sulla rotabile Macerata - Jesi, si scontrò con il nemico sistemato a difesa sulla sinistra del torrente Fiumicello.

Il XVI/183° riuscì ad oltrepassare il Fiumicello ma il giorno 4 un forte attacco tedesco causò sensibili perdite, costrinse il battaglione a sganciarsi e riportarsi sulla destra del torrente. Nei giorni successivi la "NEMBO" avvicinò alle posizioni del Fiumicello proprie forze a sostegno dei reparti avanzati.

In seguito ai progressi del Corpo polacco che ad est raggiunse Osimo, si rese necessaria l'occupazione di Filottrano da parte della "NEMBO" : fu l'azione più dura, più gloriosa e più brillante della Divisione. L'attacco su Filottrano si presentò arduo non solo per la consistenza delle forze nemiche ma anche per la sua posizione a quota 270, dominante tutte le provenienze, protetta sul davanti dal torrente Fiumicello e sul tergo dal fiume Musone. La difesa di Filottrano era affidata a reparti della 278a Divisione fanteria tedesca appoggiati da carri armati e semoventi della 26a Divisione corazzata. Nei giorni 6 -7 luglio si ebbero delle operazioni preliminari da parte del gruppo tattico "Nembo": la colonna di destra (183°) superò il Fiumicello ed avanzò con direttrice Imbrecciata - quota 189 - est di Filottrano; la colonna di sinistra (CLXXXIV guastatori) avanzò, più arretrata, sulla direttrice Osteria Nuova - Filottrano; il XIII/184° art. davano appoggio specifico alla colonna di destra. I tedeschi opposero una forte reazione di fuoco, ostacolando l'avanzata e sfruttando le vantaggiose condizioni del terreno, tanto che i reparti della "NEMBO" riuscirono a progredire assai faticosamente.

L'attacco su Filottrano fu deciso per il giorno 8 e l'azione fu così articolata:

  • la colonna di destra (183°), muovendo da Centofinestre, avrebbe attaccato lungo la direttrice Villanova - Filottrano;
  • la colonna di sinistra (XIII/184°) avrebbe effettuato un'azione sussidiaria da sud lungo la rotabile Imbrecciata - Filottrano;
  • la riserva divisionale (XIV/184° e CLXXXIV guastatori) avrebbe gravitato sulla destra;
     
  • I e II gruppo del 184° art. in appoggio alla colonna di destra, IV gruppo dell'11° art. in appoggio alla colonna di sinistra, gruppi I/II/III dell'11° art. e CLXVI gruppo quale massa di manovra;
  • previsto anche il concorso all'azione da parte di artiglieria e carri armati polacchi.

Dopo tre ore di dura lotta, i paracadutisti del XV/183° contrattaccarono appoggiate da 5 carri armati della 5a Divisione polacca "Kresowa" e ripresero contatto con la 45a cp. che poté sganciarsi dal nemico; una nuova azione di elementi blindati tedeschi e l'oscurità impedirono il mantenimento delle posizioni raggiunte.

Durante la notte i tedeschi evacuarono Filottrano e la mattina del 9 luglio pattuglie del XIII/184° si imbatterono in elementi ritardatari che furono posti in fuga. Quindi il XIV/184° entrò in Filottrano issando il Tricolore sul più alto edificio del paese. L'entità delle perdite (59 caduti e 231 feriti) testimonia l'asprezza e l'accanimento con cui si svolsero i combattimenti ma anche lo slancio ed il valore dimostrati dai paracadutisti della "NEMBO".

Il combattimento di Filottrano costituisce indubbiamente un evento epico e resta affidato alla storia come l'operazione più brillante del Corpo Italiano di Liberazione. A Filottrano un cippo marmoreo con su inciso in semplice motto: "QUI COMBATTE' LA NEMBO", ricorda il sacrificio di dei Caduti ed il valore dei paracadutisti.

Una Medaglia di Bronzo e una Croce di Guerra al Valor Militare concesse rispettivamente alle Bandiere del 183° e del 184° ed oggi appuntate sulla Bandiera del reggimento rappresentano il nobile retaggio che i combattenti di allora hanno tramandato ai soldati che fino ad oggi, nelle file del "NEMBO", servirono e servono la Patria con alto senso del dovere e spirito di sacrificio.

Documento Storico:
dal Diario Storico - Militare del 183° Rgt. "Nembo":
la descrizione della battaglia da parte del Com.te Col. Giuseppe QUARONI

Dal Musone al Cesano

Dopo l'azione di Filottrano la "NEMBO" passò in seconda schiera a sud del Musone e, quando le altre unità del C.I.L. occuparono Jesi, passò il fiume e si portò sull'Esino; il 25 luglio occupò un tratto difensivo a sinistra ed a cavallo dell'Esino mentre il 27 motociclisti della Divisione avanzavano verso il Misa raggiungendo Montecarotto e Serra de' Conti; Montecarotto e le quote ad est venivano poi occupate il giorno 29 luglio dal 184° e mantenute nonostante i violenti contrattacchi del nemico nei primi giorni di agosto.

Nella notte sul 4 agosto i tedeschi effettuarono il ripiegamento a nord del fiume della Misa e reparti della "NEMBO" raggiunsero Serra de' Conti, passarono il Misa raggiungendo Montale e Piticchio e spinsero pattuglie su Ripalta, dove l'8 agosto il XIII ed XIV btg. del 184° occuparono Castelleone di Suasa ed una compagnia del battaglione stroncò un attacco tedesco alle posizioni di quota 211 a nord - est di Castelleone di Suasa.

Il giorno 12 furono attaccate dai tedeschi le posizioni di Loretello tenute da due plotoni del XVI/183° che, dopo un temporaneo ripiegamento e rinforzati dalla 46a cp., costrinsero l'avversario a ripiegare.

Nella notte pattuglie tedesche attaccarono ancora le posizioni avanzate di quota 245 difese dal XIV/184° ma furono costrette a ripiegare oltre il fiume Cesano mentre sulla sinistra, nella zona di Loretello, un plotone del XVI/183° avanzò occupando S. Pietro.

Nei giorni successivi il C.I.L. ricevette ordine di cambiare settore e spostarsi a sinistra fra Sassoferrato e Gubbio mentre la Divisione "NEMBO" fu trasferita nella zona del Sannio, dislocatasi fra Piedimonte d'Alife, Calvisi e Auduni, per la riorganizzazione e la costituzione del Gruppo di Combattimento "FOLGORE".

 

Si concluse così il primo ciclo operativo della "NEMBO" nel corso del quale la G.U. con l'operato dei suoi uomini permeato di fede, decisione e sacrificio rese possibile la ripresa morale e militare della Patria ed impose agli alleati rispetto prima e l'ammirazione poi, nei confronti dei soldati d'Italia.

 

 

                                 

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