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Il Reggimento Paracadutisti "NEMBO"
In data 24 settembre 1944 venne costituito il Gruppo di Combattimento "FOLGORE" per trasformazione della Divisione "NEMBO", sciolta nella stessa data. Tutte le unità di fanteria della "NEMBO" (183° e 184° rgt., CLXXXV btg., CLXXXIV btg. guastatori, 184a cp. motociclisti e cp. complementi) furono sciolte e concorsero alla costituzione del Reggimento Paracadutisti "NEMBO". Dal 10 ottobre 1944 il Reggimento "NEMBO", unitamente a tutto il Gruppo di Combattimento "FOLGORE", si spostò nella zona di Piedimonte d'Alife in quella e più confortevole di Telese, accantonandosi tra S. Lorenzo Maggiore, Guardia Sanfromondi, San Lupo e Casalduni, dove continuò un intenso lavoro organizzativo per completare e rinnovare gli equipaggiamenti in dotazione, elevare il tono morale e la preparazione addestrativa. Ufficiali, sottufficiali e graduati furono invitati a frequentare corsi di addestramento presso scuole inglesi per costituire un nucleo di istruttori sulle armi, sui materiali e sui procedimenti d'azione dell'Esercito britannico.
Il programma addestrativo, intensificato nel periodo invernale in previsione dell'entrata in linea del Gruppo di Combattimento "FOLGORE" venne completato nel febbraio del '45 con esercitazioni a fuoco notturne nell'area di Ascoli Piceno, dove il “FOLGORE” si era dislocato nella seconda metà di gennaio, passando nel contempo alle dirette dipendenze del X Corpo Britannico Nei giorni 24 - 25 febbraio il rgt. "NEMBO" ricevette la visita di S.A.R. Umberto di Savoia, Luogotenente Generale del Regno, che nell'occasione decorò al Valor Militare i paracadutisti distintisi nella campagna di guerra sul fronte abruzzese - marchigiano. Le operazioni in Val Santerno
Alla fine di febbraio tutto il Gruppo di Combattimento "FOLGORE" si portò a nord, verso la zona di impiego, con il compito di inserirsi nello schieramento del XIII Corpo britannico e di sostituire in linea la 6a Divisione corazzata britannica "Pugno di ferro"; fra il 1° e il 3 marzo prese posizione tra i fiumi Senio e Santerno, avendo a destra il Gruppo di Combattimento "FRIULI" Med a sinistra la 10a Divisione indiana. Il Reggimento "NEMBO", tenendo il III btg. in secondo scaglione in località Grizzano, schierò il I e II btg. in primo scaglione nel settore Val Santerno, uno a destra e l'altro a sinistra del fiume ed a ridosso dell'abitato di Borgo Tossignano. Le posizioni raggiunte nell'inverno dagli alleati ed ora rilevate dal Gruppo di Combattimento "FOLGORE" erano completamente dominate dal nemico che aveva portato la sua linea tra il Senio e il Santerno sul ciglio del bastione delle Vene del Gesso rafforzandola con postazioni in caverna. La rupe di Tossignano, in particolare, era stata trasformata in un formidabile complesso fortificato mediante postazioni collegate tra di loro con una serie di camminamenti sotterranei, mentre ogni possibile via di accesso o di infiltrazione era stata sbarrata con campi minati e con reticolati battuti dal fuoco delle armi automatiche. Il settore era fortemente presidiato dai tedeschi poiché rappresentava la delicata e sensibile cerniera tra lo schieramento appenninico e quello della pianura romagnola. Per tutto il mese di marzo fu predominante l'attività di pattugliamento a scopi esplorativi e di ricognizione e per la neutralizzazione dell'analoga attività nemica. In particolare nella notte dal 29 al 30 marzo paracadutisti del "NEMBO" eseguirono un riuscito colpo di mano sulle posizioni di C. Colonna mentre nel complesso, l'attività di pattuglie consentì una preziosa attività informativa ed elevò lo spirito combattivo dei reparti, nonché frenò sensibilmente l'attività avversaria. Dalla notte sul 3 alla notte sull'8 aprile, il Reggimento "San Marco", anch'esso inquadrato nel Gruppo di Combattimento "FOLGORE", in linea alla destra del "NEMBO", rilevò il settore nella valle di Sellustra già tenuto da reparti della 10a Divisione indiana, disponendosi così sulla sinistra del "NEMBO"; per mantenere la densità di fuoco sulla linea, fu portato in primo scaglione anche il III btg. del rgt. "NEMBO".
Nell'imminenza dell'offensiva finale alleata, il "NEMBO" continuò l'attività esplorativa e nella notte fra il 1° ed il 2 aprile, due pattuglie di paracadutisti attaccarono posizioni avanzate nemiche che reagirono violentemente. Il 10 aprile iniziò l'offensiva alleata con sforzo principale nella pianura romagnola a cavallo con la via Emilia; al Gruppo di Combattimento "FOLGORE" fu assegnato il compito di fiancheggiare la 10a Divisione indiana sul fianco destro dell'avversario. Oggetto particolare di studio e di preparazione fu l'attacco al "punto forte" di Tossignano che, occupato da due battaglioni tedeschi rinforzati da carri armati e lanciafiamme, fronteggiava lo schieramento del "NEMBO". Nella stessa giornata del 10 il "NEMBO" eseguì un'azione dimostrativa verso costone Forbicina - C.se Mescola che confermò la presenza di determinata del nemico su quelle posizioni. L'osservazione di movimenti insoliti nelle retrovie di Tossignano ed un'intensa attività di fuoco nemico nella notte oltre al prolungarsi della reazione all'attività di pattuglie erano segnali che lasciavano presumere che i tedeschi stessero per ripiegare da Tossignano, raggiunto il giorno 11 da una pattuglia del III/NEMBO che non poté mantenervisi. Nella notte una compagnia del III/NEMBO, con movimento ostacolato dalle mine e dall'oscurità e superando la reazione di fuoco del nemico, raggiunse ed occupò Tossignano all'alba del 12 aprile. Contemporaneamente una pattuglia del I/NEMBO raggiunse combattendo le posizioni di C. Vanedola - C. Frascari mentre elementi del II/NEMBO vennero inizialmente arrestati dal fuoco nemico verso Camaggio. Il nemico, sgomberando il settore fra Sennio e Salustra, pur lasciando forti nuclei ritardatori, e portandosi sulla dorsale tra il Santerno e il Sallustra, permise una spinta in avanti del Gruppo di Combattimento "FOLGORE" e nella giornata del 12, pattuglie del I e III/NEMBO, in movimento nella Val Santerno, raggiunsero Codrignano, Casalino, Casalfiumanese e Ponticelli mentre pattuglie del II/NEMBO, nella Val Sallustra, occuparono Camaggio e Parrocchia di Monte Maggiore. L'avanzata del Gruppo di Combattimento "FOLGORE" si indirizzò quindi a cavallo della Val Sallustra, con il II/NEMBO in avanzata sul costone di destra della valle, dove, raggiunti gli obbiettivi di Parrocchia di Croara - C. Zulla, si spostò per essere scavalcato nell'azione del btg. "Grado" del rgt. "San Marco". Nel frattempo il II ed il III/NEMBO assicurarono il fianco destro dello schieramento, mantenendo saldamente il possesso di Tossignano. Il giorno 13 la 1a cp. del I/NEMBO, dalle posizioni di Castelfiumanese attuò una manovra aggirante verso C. del Vento, in concorso con l'azione del "Grado" su Pieve S. Andrea. Il rgt. "NEMBO", mentre si raccoglieva a Fontanelice pronto a
muovere per altro impiego, nella notte del 15 aprile distaccò il I/NEMBO a
concorrere all'azione finale del "Grado" su Pieve S. Andrea, muovendo una
compagnia da C. del Vento verso Montaccio ed un'altra in direzione di Ponticelli
- Ca' dei Sarti e Monte Bello, che nel pomeriggio del 16 venne raggiunto sia dai
paracadutisti che dai marinai. Le operazioni in Val Sillaro A seguito dell'ordine del XIII Corpo britannico al Gruppo di Combattimento "FOLGORE" di estendere il suo settore sulla sinistra ed agire sulla nuova direttrice della valle del Sillaro, nella giornata del 14 il "NEMBO" si spostò sulla sinistra del Sillaro, sostituendo in linea reparti della 10a Divisione indiana. Contemporaneamente il "FOLGORE" passò alle dipendenze del X Corpo britannico, sotto il cui comando operava già il Gruppo di Combattimento "FRIULI". Nei giorni successivi il "NEMBO" si dispose con il III btg. a sinistra sulle posizioni di C. la Miseria e C. la Disperata e con il II btg. a destra sulle posizioni di Raggiola, Raggio e C. Bello di Sotto.
Il giorno 17 fu ripresa l'azione di attacco a nord del Sillaro con azione convergente del "NEMBO" e del "SAN MARCO" verso Monte Castellazzo con obbiettivo finale Varignana. IL "NEMBO" occupò, a seguito del ripiegamento del grosso del nemico oltre il torrente Gaiana e nonostante l'attività di nuclei ritardatori, le posizioni di Vedriano e Monte Castellazzo e prese contatto a Liano, sulla destra, con elementi del "FRIULI". Il giorno successivo il III/NEMBO si impadronì di C. Loreto e C. Pagliarolo ed occupò Forchiano; il II/NEMBO mosse verso Casalecchio de' Conti ma la forte reazione nemica lo arrestò a C. Pagliarolo - Cozza Nera. Era evidente l'intenzione nemica di irrigidirsi sulla linea del torrente Gaiana, a sbarramento della via per Bologna, facendo perno sulle posizioni di Grizzano e Casalecchio de' Conti, che rappresentavano le posizioni chiave di tutto il sistema difensivo tra il Sillaro e l'Idice e costituivano la saldatura tra la difesa montana e quella di pianura. Per poter proseguire verso gli obbiettivi assegnati, nuovi ordini del X Corpo britannico indicarono non più in Varignana ma nel fiume Idice l'obbiettivo finale del Gruppo di Combattimento "FOLGORE", era necessario un attacco contemporaneo del "NEMBO" su Case Grizzano e dell'88° rgt. f. "FRIULI", a diretto contatto sulla destra, su Casalecchio de' Conti. Grizzano, 19 aprile 1945
Case Grizzano, situate su una grossa groppa brulla e pelata che si eleva sulle alture circostanti, erano apprestate robustamente a difesa, mentre a sud il solco del Gaiana, passaggio obbligato, era disseminato di campi minati. Presidiava la zona un battaglione di paracadutisti tedeschi del 4° reggimento della 1a Divisione "Gruene Teufels", i "Diavoli di Monte Cassino" soldati saldissimi ed aggressivi. L'azione su C.se Grizzano si sarebbe risolta, quindi in uno scontro di ardimento fra paracadutisti italiani e tedeschi, reso ancor più significativo del fatto che venivano a fronteggiarsi il Ten. Col. Giuseppe Izzo, già Comandante del V btg. paracadutisti del 186° rgt. "FOLGORE", ed il Magg. Hubner, Comandante di Battaglione della Brigata paracadutisti "Ramcke", a suo tempo schierati sul medesimo fronte ad El Alamein. L'attacco inizialmente doveva essere eseguito dal I/NEMBO, in
posizione a tergo del II/NEMBO che avrebbe dovuto scavalcare, ma il Comandante
del II/NEMBO chiese ed ottenne di continuare l'azione iniziata il giorno
precedente. Fu deciso di adottare per l'azione i procedimenti tipici dei colpi
di mano, quindi impiego di reparti piccoli ma organizzati e capaci di sfruttare
al massimo le caratteristiche di ardimento e di slancio proprie dei
paracadutisti. Da qui la decisione di impiegare su Grizzano solo la 6a
cp. rinforzata da un plotone di armi di accompagnamento, che nella notte,
superati i campi minati, serrò sino a distanza l'assalto, mentre il resto del II
battaglione era pronto a seguire l'azione e sfruttare il successo.
Il nemico, riavutosi dalla sorpresa, reagì immediatamente sia
con violente azioni di fuoco ravvicinato dall'unico edificio di Grizzano rimasto
in suo possesso sia con fuoco di mortai ed artiglieria su Grizzano e sul
torrente Gaiana per interdire ogni movimento. Forze pari a due compagnie
lanciarono, dalle ore 10 alle 16, ben quattro contrattacchi che si infransero
contro la strenua resistenza dei paracadutisti del II/NEMBO, che si gettarono in
cruenti corpo a corpo e che, abbarbicati alle rovine fumanti delle case ed
inchiodati al terreno conquistato, non cedettero di un passo. Nella notte l'occupazione di Grizzano venne ampliata sino al ciglio tattico della posizione e consolidata con puntate offensive, mentre il nemico ripiegò abbandonando le posizioni ancora in suo possesso. Le perdite del "NEMBO" furono di 33 caduti, di cui 3 ufficiali, e 52 feriti, di cui 6 ufficiali. Nella gloriosa giornata di Grizzano, magnifico esempio di eroismo e di valore fino all'estremo sacrificio fu il Serg. Carlo Reddi della 6a compagnia, decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare. Al Comandante del II/NEMBO, Ten. Col. Giuseppe Izzo, esempio a tutti per fede, decisione e sprezzo del pericolo, il quale non lasciò, pur ferito gravemente, il posto di comando, fu conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare per le sue elevate doti di combattente, e, da parte britannica, la "Distinguished Service Cross", la più alta onorificenza che possa fregiare il petto di uno straniero. La data del 19 aprile, sintesi di tutto un ciclo operativo permeato di fede, di slancio e di valore, assurse a simbolo delle virtù militari del "NEMBO" ed in seguito venne giustamente destinata a festa del Reggimento. Verso l'Idice e fine delle operazioni.
Sulla scia della lotta nemica, il giorno 20 il I/NEMBO raggiunse Matteuzza e Parrocchia la Cappella, proseguì ed occupò Palazzo Bentivoglio e raggiunse, pur con l'insidia delle mine, Monte Pieve dove prese contatto con elementi del Gruppo di Combattimento "LEGNANO", che stava avanzando rapidamente a cavallo del fiume Idice sulla sinistra del "FOLGORE". Verso Bologna, stavano marciando, vittoriosamente affiancati, i tre Gruppi di Combattimento "LEGNANO, "FOLGORE e "FRIULI". Il giorno 21 il I/NEMBO si spinse fino a Castel de' Britti e raggiunse l'Idice, concludendo l'avanzata vittoriosa iniziata in Val Santerno. Il 25 aprile tutto il Gruppo di Combattimento "FOLGORE" si concentrò nella zona Faenza - Brisighella (Val Lamone) per il riordino dei reparti in attesa di altro impiego. Colà giunse, il 2 maggio, la notizia della fine della guerra sul fronte italiano. . |
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