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La Divisione "NEMBO"

In Sardegna (giugno 1943 - maggio 1944)


Ai primi del giugno 1943 la "NEMBO" venne destinata in Sardegna quale aliquota di manovra per concorrere alla difesa degli aeroporti e delle possibili zone di sbarco.

La Divisione, alle dipendenze del XIII Corpo d'Armata, venne dislocata nel Campidano, zona centro - meridionale dell'isola, e nella Nurra, zona nord occidentale.

Per esigenze operative la Divisione venne frazionata in raggruppamenti tattici così dislocati:

  • Comando Divisione in località Villanovaforru;
  • Raggruppamento "Quaroni" ad Assemini composto dai gruppi tattici "Gigersa" (XVI btg./183° rinforzato), "Lusena" (XV/183° rinforzato) e "Conte" (CLXXXIV guastatori rinforzato);
  • Raggruppamento "Renzoni" a Serramanna composto dai gruppi tattici "Rizzati" (XII btg./184° rinforzato) e "Corrias" (XIV btg./184° rinforzato);
  • Raggruppamento "Invrea" in zona Marrubiu composto dai gruppi tattici "Del Vita" (XIII btg./184° rinforzato) e "Cadeddu" (gr. sq. Cavalleggeri di Sardegna);
  • Gruppo tattico "Valletti" (X btg./183° rinforzato) a Fertilia;
  • Raggruppamento di manovra "Tantillo" a Sanluri composto da un reparto carristi ed altri reparti minori.

La Divisione iniziò subito un intensa attività addestrativa congiunta con la 90a Divisione corazzata tedesca, che nel quadro della difesa dell'isola assolveva le stesse funzioni di manovra assegnate alla "NEMBO".

In Sardegna i paracadutisti furono vittime di un inatteso e subdolo nemico, la malaria, che colpì 1/3 degli effettivi e ridusse in modo sensibile l'efficienza organica dei reparti.

Anche nell'isola l'annuncio dell'armistizio creò un profondo turbamento spirituale tra i paracadutisti e l'intera Divisione scossa dagli avvenimenti.

IL XII/184°, altri reparti minori ed elementi isolati decisero di continuare a combattere a fianco dei tedeschi della 90a Divisione corazzata tedesca in movimento dal Campidano verso nord per ripiegare in Corsica.

Si inserisce in questo contesto l'uccisione, al bivio di Borore presso Macomer, del Ten. Col. Alberto Bechi Luserna, Capo di S.M. della "NEMBO" e già Comandante del IV btg. della "FOLGORE" ad El Alamein, che tentò di convertire i paracadutisti del XII/184° a ritornare sulle loro decisioni e a rispettare le clausole armistiziali. Per l'eroico sacrificio verrà decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria, prima decorato con la massima ricompensa al Valore della "NEMBO".

A seguito di tali eventi e per evitare lo sfaldamento della compagnia divisionale vennero prese energiche misure per normalizzare la situazione e fra queste lo scioglimento del X btg./183° e della 284a cp. Ciclisti.

Nel timore di nuovi incidenti il Comando delle Forze Armate della Sardegna ritenne di non impiegare la Divisione, nelle operazioni per liberare l'isola dalle truppe tedesche e diede disposizioni al XIII Corpo d'Armata di esercitare sull'unità una particolare sorveglianza.

Superata la grave crisi morale, la Divisione tornò ben presto efficiente e nel gennaio 1944 fu deciso di riordinarla come "divisione d'assalto" e trasferirla al più presto in continente per l'impiego in operazioni.

In quest'ottica fu sciolto il 184° rgt. artiglieria e personale ed armamento controcarri 47/32 furono assegnati ai reggimenti di fanteria; contemporaneamente venne costituito in continente un "nuovo" 184° artiglieria su due gruppi da campagna (uno da 75/18 ed uno da 100/22) ed una batteria contraerea da 20 mm..

Nella seconda metà del mese di marzo 1944 la "NEMBO" effettuò delle manovre divisionali nella zona Guspini - Gonnosfadiga in previsione del prossimo impiego in continente.

I paracadutisti della "NEMBO" che, in Calabria come in Sardegna, scelsero consapevolmente di continuare la guerra contro le truppe angloamericane, dopo un breve periodo di riorganizzazione, tornarono al combattimento nei primi giorni del febbraio 1944 sul fronte di Nettuno e successivamente parteciparono alla battaglia per Roma.

Al Fosso della Moletta come a Castel di Decima e poi fino al termine della guerra questi paracadutisti della "NEMBO" dimostrarono il loro valore, spirito di sacrificio e amor patrio nel pieno rispetto delle migliori tradizioni della specialità.

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