|  |  | Verbale della riunione tra i rappresentanti del governo italiano e i rappresentanti delle nazioni 
alleate
 29 settembre 1943
 
 Fonte:  Ministero degli Affari Esteri. Commissione per la pubblicazione dei documenti 
diplomatici. I documenti diplomatici italiani.
 Decima serie: 1943-1948
 Volume I (9 settembre 1943 - 11 dicembre 1944)
 Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato, p. 27-33
 
 
 RIUNIONE TRA I RAPPRESENTANTI 
DEL GOVERNO ITALIANO E I RAPPRESENTANTI DELLE NAZIONI ALLEATE
 
 VERBALE.
 Malta, 29 
settembre 1943. 
 La riunione ha inizio 
alle ore 10,50 nel quadrato della "Nelson". Partecipano per parte italiana: S.E. 
Badoglio, S.E. Ambrosio, S.E. Roatta, S.E. Sandalli, S.E. De Courten; per parte 
alleata: Generale Eisenhower, Ammiraglio Cunningham, Generale Alexander, 
Generale [Mason-]MacFarlane, Generale Gort, ed altri. 
 
Eisenhower: 
Da quanto ho capito, 
la prima questione da vedere è quella dell'entrata in guerra dell'Italia. 
Badoglio: 
Sull'argomento della 
dichiarazione di guerra alla Germania ho preso ieri ordini da Sua Maestà. S.M. 
desidera formare in un primo tempo un Governo su larga base. Tale governo ora è 
formato da me e dai Ministri militari: non appena a Roma, esso sarà completato. 
Nel frattempo noi combattiamo contro la Germania in Corsica, in Dalmazia e 
dovunque sia possibile. Appena ritirate le truppe dalla Sardegna, io conto di 
poter mettere a disposizione degli Alleati dalle otto alle dieci divisioni.
 Eisenhower: 
Desidero sapere se il 
Governo italiano è a conoscenza delle condizioni fatte dai tedeschi ai 
prigionieri italiani in questo intervallo di tempo in cui l'Italia combatte la 
Germania senza averle dichiarato guerra.
 (La domanda genera qualche perplessità nei rappresentanti italiani, perché 
inizialmente non ben capita. Dopo consultazioni il Generale Ambrosio dichiara)
 Ambrosio: 
Sono sicuro che i 
tedeschi li considerano partigiani.
 Eisenhower: 
Quindi passibili di 
fucilazione?
 Badoglio: 
Senza dubbio.
 Eisenhower: 
Dal punto di vista 
alleato la situazione può anche restare come attualmente, ma per difendere 
questi uomini, nel senso di farli divenire combattenti regolari, sarebbe assai 
più conveniente per l'Italia dichiarare la guerra.
 Badoglio: 
Questo punto di vista 
è già stato considerato, ma si ritiene che in questo momento il Governo italiano 
abbia influenza sopra una frazione troppo piccola del territorio italiano per 
poter fare questa dichiarazione.
 Eisenhower: 
Questa non è una buona 
ragione, perché molti governi con molto minor territorio dell'Italia, ed alcuni 
senza territorio, hanno dichiarato la guerra alla Germania. La mia intenzione, 
che coincide totalmente con le intenzioni degli Alleati, è quella di ridare 
all'Italia i territori attualmente occupati dalle truppe alleate, ma come può 
avvenire questa restituzione se non dopo una regolare dichiarazione di guerra 
alla Germania?
 Badoglio: 
Non posso che riferire 
il vostro punto di vista a S.M. il Re, La dichiarazione di guerra è una 
prerogativa esclusiva di Sua Maestà. Mi riservo quindi di dare in seguito una 
risposta.
 Eisenhower: 
Rispetto la lealtà di 
soldato che dimostra verso il Sovrano il Maresciallo Badoglio, ma voglio 
insistere su questo punto che mi sembra fondamentale: per tre anni gli italiani 
sono stati nemici dei miei governi. Noi dobbiamo tener conto delle opinioni 
pubbliche in Paesi alleati. Questo cambiamento delle opinioni pubbliche non può 
avvenire nelle masse con la velocità con cui può avvenire nell'animo di soldati 
seduti intorno ad un tavolo. Dico questo per la seguente ragione: il benessere 
dell'Italia dipenderà nel futuro dal grado di effettiva e leale collaborazione 
che darà agli Alleati. Io personalmente sono convinto che il Maresciallo 
Badoglio e il suo Governo faranno di tutto per assecondarci nella lotta contro 
la Germania, ma per l'opinione pubblica occorre al più presto la dichiarazione 
di guerra. Desidero sapere se il Maresciallo Badoglio è d'accordo con me.
 Badoglio: 
Dichiaro formalmente 
che riferirò nella forma più esatta a Sua Maestà.
 Eisenhower: 
Sta bene, ma vorrei 
almeno sapere se il Maresciallo personalmente è d'accordo in linea di massima 
con me sulla necessità di dichiarare la guerra (sembra tenere in modo 
pregiudiziale alla dichiarazione di guerra).
 Badoglio: 
Personalmente sono 
d'accordo col Generale Eisenhower. Ripeto che Sua Maestà deve decidere.
 Eisenhower: 
Bisogna considerare un 
secondo punto, quello dell'allargamento del Governo. Gli Alleati desiderano 
sapere se Badoglio ha già dei nomi in proposito, anche sconosciuti, purché gente 
tecnicamente preparata e di alto rendimento e soprattutto sicuramente contro il 
fascismo.
 Badoglio: 
Io sono un generale e 
per la prima volta nella mia vita faccio il Capo del Governo. Non conosco 
profondamente gli uomini politici come conosco i generali. Ma Sua Maestà li 
conosce perfettamente e sa giudicarli con discernimento. La sua straordinaria 
memoria lo aiuta in questi giudizi. Sua Maestà non mancherà di indicare gli 
uomini che occorrono.
 Eisenhower: 
È bene precisare che 
questa guerra non è soltanto contro la Germania, ma soprattutto contro le forze 
fasciste. Nella collaborazione eventuale con gli Alleati questo punto deve 
essere assolutamente ben compreso. Ripeto che il volume dell'aiuto e della 
collaborazione delle forze alleate dipenderà strettamente dal modo con cui sarà 
condotta la lotta contro i fascisti.
 Badoglio: 
Assicuro formalmente 
che la lotta sarà prima antifascista e poi antitedesca. A questo proposito 
faccio presente che Sua Maestà domanda di far rientrare Grandi, ex-ambasciatore 
a Londra, e attualmente a Lisbona, perché è colui che ha attaccato e buttato giù 
Mussolini e la sua presenza in un nuovo Governo sarebbe efficacemente 
antifascista.
 Eisenhower: 
Questo punto è 
talmente delicato che mi riserbo di riferire in proposito. Debbo tuttavia far 
presente la mia opinione personale che questa richiesta non sarà accolta 
benevolmente dagli Alleati, perché nell'opinione pubblica Grandi e stato il 
numero due del fascismo e quindi includerlo nel nuovo Governo potrebbe sembrare 
un avvicinamento fascista.
 Badoglio: 
Bisogna precisare che 
la caduta del fascismo è stata costituzionale e conseguente ad un voto di 
sfiducia del supremo organo del fascismo, il Gran Consiglio, al suo Capo. Il 
voto di sfiducia è stato pronunciato soltanto in seguito alla requisitoria fatta 
da Grandi, che già da tempo aveva preso un atteggiamento antimussoliniano. 
Questo tutti gli italiani lo sanno. Certamente se i fascisti potessero oggi 
avere in mano Grandi lo ammazzerebbero, tanto è l'odio contro di lui. Per questo 
ritengo che la sua inclusione come Ministro degli Esteri nel nuovo Governo 
potrebbe avere una ripercussione assai favorevole dal mio punto di vista. Leggo 
in proposito una dichiarazione (fa tradurre dal Maggiore Ruspoli un brano della 
dichiarazione sopraccennata).
 Eisenhower: 
Da soldato a soldato 
direi: prendete nel vostro Governo chi volete, ma voi che siete Capo di un 
Governo ed io che sono il rappresentante degli Alleati, non dobbiamo dimenticare 
di avere dietro le spalle dei popoli che hanno delle opinioni.
 Badoglio: 
L'idea di Sua Maestà è 
di prendere i capi dei singoli partiti oggi esistenti in Italia e le persone più 
influenti. Ripeto che Sua Maestà conosce personalmente i migliori: egli me li 
indicherà. Assicuro però che, qualunque sia la scelta degli uomini, darò io 
personalmente una impronta decisa al Governo e, qualora un Ministro non agisse 
esattamente secondo le mie idee, non esiterei a proporne l'allontanamento con la 
stessa decisione con cui lo avrei chiamato. (Cenno di dubbio di Eisenhower su 
questa ultima parte).
 Eisenhower: 
Sulla questione Grandi 
riferirò al mio Presidente e al Governo inglese. Se Badoglio potesse farci 
conoscere in anticipo, in via strettamente confidenziale, i nomi delle persone 
scelte da Sua Maestà, trasmettendoli a noi tramite la missione MacFarlane, credo 
che sarebbe assai bene per evitare qualche eventuale frizione. Non dico questo 
con intenzioni particolari. Tengo anzi a dichiarare che non si ha intenzione di 
interferire nelle questioni interne italiane, ma il Generale Badoglio 
comprenderà che la situazione è delicata e che occorre, mentre si sviluppa la 
collaborazione, evitare ogni occasione che non porti ad un aumento di reciproca 
simpatia.
 Badoglio: 
Assicuro che per parte 
mia e del mio Governo saranno prese tutte le precauzioni per evitare qualsiasi 
motivo di attrito.
 Eisenhower: 
Ne sono assolutamente 
sicuro. I Governi alleati domandano come sarebbe considerato un ingresso di 
Sforza nel nuovo Governo Badoglio.
 Badoglio: 
Conosco personalmente 
Sforza, e quindi ho una mia opinione su di lui. Ritengo tuttavia che Sua Maestà 
non veda la cosa favorevolmente perché ci fu un tempo in cui Sforza fece una 
campagna contro la Monarchia. Una risposta in proposito sarà data tramite 
MacFarlane. La mia impressione personale è che l'opera di Sforza negli Stati 
Uniti sia molto utile anche alla nostra causa. Suppongo perciò che, anche se Sua 
Maestà si dichiarasse contrario ad accettare di farlo entrare nel nuovo Governo, 
non dovrebbe mancare il modo di utilizzarlo egualmente per noi.
 Eisenhower: 
Confermo che i Governi 
alleati vedrebbero con molta simpatia utilizzare direttamente Sforza. 
Naturalmente riferirò in merito. (Il Generale Smith, Capo di Stato Maggiore di 
Eisenhower e il Generale Alexander, fanno pervenire ad Eisenhower un biglietto. 
Dopo lettura, il Generale Eisenhower prosegue).
 Eisenhower: 
Mi risulterebbe che 
Sforza avrebbe diretto recentemente un messaggio a Sua Maestà e a Badoglio, in 
cui assicurerebbe ad entrambi la sua lealtà e la sua volontà di collaborazione.
 Badoglio: 
Sono infatti al 
corrente di tale messaggio, ma sono costretto a mantenere le riserve fatte circa 
l'accettazione da parte di Sua Maestà.
 Eisenhower: 
Per riportare l'Italia 
sotto l'affetto dell'America, cosa estremamente importante per gli sviluppi 
successivi, occorre utilizzare Sforza e ad ogni modo dargli una sistemazione 
definitiva. (Pausa per l'offerta di 
bibite: ore 11,25. Alla ripresa l'argomento è mutato).
 Badoglio: 
Il secondo punto che 
vorrei chiarire è quello delle intenzioni degli Alleati per l'Italia nel campo 
militare, e cioè come intendono proseguire la lotta contro la Germania sul suolo 
italiano. Se Eisenhower lo crede opportuno potrebbe informarmene a quattr'occhi, 
ed io ne informerei solo il Sovrano.
 Eisenhower: 
Posso dirvi che la 
nostra intenzione e di scacciare i tedeschi dall'Italia al più presto. Una prima 
mossa sarà diretta dalle posizioni al Sud, e la successiva quella di liberare 
Roma. Benché disgraziatamente non abbia avuto tempo di intervistare in proposito 
il Generale Alexander, che è il capo delle forze alleate terrestri in Italia, 
credo di poter ritenere che la liberazione di Roma sarà abbastanza presto.
 Badoglio: 
Per la presa di Roma 
credo di poter offrire alcune truppe italiane: la divisione di paracadutisti 
"Nembo" e due divisioni di fanteria, che attualmente sono in Sardegna.
 MacFarlane: 
Sottolineo il 
desiderio di S.E. Badoglio circa la partecipazione di truppe italiane.
 Eisenhower: 
Ritengo che non vi 
sarebbero obbiezioni importanti in proposito, se per quell'epoca truppe italiane 
fossero già inquadrate con quelle alleate.
 Ambrosio: 
Bisognerebbe 
naturalmente portarle subito sul territorio italiano non appena sviluppata la 
questione di Napoli.
 (Dopo alcuni colloqui 
rapidi tra le varie persone, non perfettamente registrati).
 Alexander 
(ad Eisenhower): Fa 
presente che i piani per la campagna in Italia sono già minuziosamente preparati 
in ogni loro dettaglio e che quindi la partecipazione di truppe italiane non può 
essere presa in considerazione. Eventualmente, e solo quando sarà avvenuta la 
dichiarazione di guerra, si potrà studiare la cosa.
 (A questo punto il 
Generale Smith conferisce sottovoce con Eisenhower).
 Eisenhower
(senza tenere conto 
dell'osservazione di Alexander): Sono sicuro che il Generale Alexander potrà 
aggiustare le cose in modo da arrivare ad una collaborazione effettiva. Non vedo 
difficoltà perché le truppe italiane non entrino con le prime truppe in Roma.
 Badoglio: 
Come vecchio generale 
che ho al mio attivo molti piani di guerra, comprendo le difficoltà di mutare 
dei piani già fatti, ma ho il dovere di rappresentare due punti: 1) l'effetto 
che provocherebbe l'entrata delle truppe italiane in Roma insieme colle truppe 
alleate sull'orientamento del Partito fascista repubblicano; (a questo punto il 
Generale Smith si avvicina al Comandante Lovatelli per dirgli che Eisenhower non 
è al corrente dei particolari, ma che il Generale Ambrosio già sa che truppe 
italiane potranno operare insieme con quelle alleate, che ci sia o meno la 
dichiarazione di guerra). 2) Sono sicuro che i tedeschi faranno a Roma ciò che 
hanno fatto a Napoli: ruberanno, incendieranno, uccideranno. Roma non solo è la 
capitale d'Italia, ma è anche la sede dello Stato del Vaticano (decisa mossa di 
approvazione da parte di Eisenhower). A noi incombe l'obbligo di proteggere il 
Papa. Per questo motivo è stata avanzata soprattutto la richiesta di trasportare 
le truppe dalla Sardegna nel Lazio, e meglio nei pressi di Fiumicino, in modo 
che in una giornata siano a Roma.
 (Eisenhower ed 
Alexander si consultano. Alcuni collaboratori portano appunti ad entrambi).
 Eisenhower 
: 
Consideriamo molto 
molto seriamente questa cosa, anche perché abbiamo ottime informazioni sulla 
"Nembo". Truppe paracadutiste italiane potrebbero essere lanciate al momento 
opportuno, anche per garantire l'ordine ed impedire saccheggi nella città. Ci 
riserviamo di dare una risposta in proposito.
 Badoglio
: 
Passando ad altro 
punto, ritengo di dover schematizzare una situazione. L'Italia è percorsa 
longitudinalmente dagli Appennini. Risulterebbe che i tedeschi hanno intenzione 
di fare la loro linea di resistenza tra Spezia e Rimini. Kesserling farà 
successive ritirate con successive resistenze. Il modo di evitare questo sarebbe 
una manovra di aggiramento. (Alexander sottovoce ad Eisenhower: noi sappiamo che 
questo è del tutto sbagliato). Ora i vecchi hanno sempre l'aria di dare 
consigli, ma noi conosciamo bene il nostro territorio. La linea trasversale tra 
Spezia e Rimini ha un punto debole, cioè Rimini.
 Alexander: 
Concordo (sottovoce ad 
Eisenhower: Voi vedrete questo nel mio piano).
 Eisenhower: 
Le truppe italiane 
hanno ormai attraversato tre anni di guerra. Tuttavia è molto importante che le 
truppe concorrano a liberare il territorio italiano. Perciò io sceglierò le 
divisioni migliori che dovranno essere armate con l'armamento delle meno buone. 
Le migliori al momento della battaglia devono essere perfettamente equipaggiate. 
Prego perciò il Generale Badoglio di prendere subito le truppe e cominciare 
l'organizzazione per armare i migliori. Quelli disarmati potranno essere 
impiegati nelle stazioni, ecc. Noi non possiamo riequipaggiare tutto un esercito 
perché siamo troppo impegnati. Perciò il Maresciallo Badoglio deve riuscire a 
creare delle divisioni di élite (insiste su questa parola), con i propri 
mezzi. Naturalmente noi aiuteremo con le enormi quantità di preda bellica che 
abbiamo, ma non bisogna darla a tutti e disperderla in giro, ma concentrarla per 
i migliori. Appena saranno pronte queste divisioni occorre avvertirci, ché noi 
le ispezioneremo e poi saranno messe in azione.
 Badoglio: 
Per questi dettagli i 
miei generali ed i vostri si accorderanno fra loro perché adesso il mio compito 
non è quello di un generale, ma di un Capo del Governo.
 Eisenhower: 
Naturalmente. Questo 
non era un consiglio, ma un preannuncio del mio orientamento mentale.
 Badoglio
: 
Chiedo di avere di 
tempo in tempo notizie sui nemici in Italia e anche sugli Alleati. Altrimenti si 
resta completamente all'oscuro.
 Alexander 
(ad Eisenhower, 
sottovoce) : Non ne vedo il perché.
 Eisenhower: 
Il Generale Alexander 
verrà presto in Italia e si troverà a Bari nella prima quindicina di ottobre. 
Cosi i collegamenti saranno molto più stretti e porteranno ad [una] 
collaborazione più effettiva. Le notizie che potranno interessare entrambi 
saranno scambiate.
 Badoglio: 
Assicuro il Generale 
Alexander che per parte mia farò il possibile per aiutarlo in ogni modo.
 Alexander 
(con un sorrisetto 
sottile) : Per parte mia assicuro che darò ogni notizia sul nemico, di cui 
conosco ogni unità e ogni uomo.
 Eisenhower 
(ore 11,45, avviandosi 
alla chiusura): Ho disposto che l'unica pubblicità che verrà fatta su questo 
incontro dirà che ci siamo incontrati per discutere il proseguimento della 
guerra contro la Germania. Questo riserbo è dovuto al fatto che temo fastidiose 
campagne giornalistiche.
 Badoglio: 
Assicuro il Generale 
Eisenhower che amo i giornalisti come i fascisti (racconta un episodio della 
campagna dell'Africa Orientale italiana).
 Eisenhower
(sorridendo): Molti 
dei presenti sono vostri amici in questo sentimento. Spero che in seguito a 
questo incontro l'opinione pubblica potrà essere galvanizzata contro la Germania 
e i due Paesi alleati diranno: finalmente l'Italia sta facendo quello che può.
 Badoglio: 
Ho in proposito da 
farvi presente una difficoltà: quella della propaganda. A Bari abbiamo una sola 
stazione radio e non molto efficiente, e troviamo anche difficoltà ad espandere 
la propaganda nella popolazione dall'altra parte a mezzo di manifestini, ecc.
 Eisenhower 
(molto favorevole): In 
questo campo il mio Stato Maggiore darà qualsiasi aiuto.
 Badoglio: 
Chiederei di far 
parlare da Londra il Maresciallo Messe.
 Eisenhower : 
Credo che potrà esser 
fatto.
 Badoglio: 
Messe è molto 
attaccato al Re e il Re ha molta fiducia in lui. Io darei tutto il materiale 
necessario. Non vi è dubbio che se il Maresciallo Messe parla alla radio, il suo 
orientamento sarà favorevole a noi. In Italia, e particolarmente a Roma, radio 
Londra è molto ascoltata. (Mentre si svolge quest'ultima parte, il Ministro 
Macmillan fa ripetuti cenni di no. Il Generale Alexander strizza l'occhio, 
annuendo).
 Eisenhower 
(che si è accorto): 
Mandare senz'altro il materiale, perché otterrò di far parlare il Maresciallo 
Messe.
 Ambrosio: 
Chiedo notizie circa 
l'invio di sommergibili in Adriatico.
 MacFarlane 
(molto deciso): 
Rispondo categoricamente di no, perché il parere di esperti è che l'Adriatico ha 
profondità troppo scarse.
 (Ambrosio si rivolge a 
De Courten, ma la cosa non ha seguito, perché nel frattempo):
 Eisenhower : 
Ringrazio molto il 
Maresciallo Badoglio per essere venuto.
 Badoglio: 
Sono io che ringrazio 
profondamente. Nel 1918 gli italiani hanno dato un colpo decisivo ai tedeschi. 
Nel R. Esercito c'erano tre divisioni inglesi e un reggimento americano che poi 
ho riveduto a Cleveland. Anche questa volta daremo il colpo decisivo alla 
Germania.
 (Termine della riunione 
ore 11,55). 
 * * *
 Il Maggiore Maggini e 
il Maggiore Ruspoli assicurano l'esattezza di quasi tutte le frasi di questo 
documento. Però in alcuni punti può essere sfuggita qualche parola o qualche 
corta frase che non altera in alcun modo il concetto fondamentale.  Impressioni sul 
colloquio. Significativo il fatto di un americano che presiede una conferenza di 
vitale importanza sulla nave ammiraglia della flotta britannica. L'impressione 
del Maggiore Ruspoli (dal tono delle parole inglesi pronunciate e dal senso 
delle frasi) è che il Comando sia decisamente in mano americana e che questo 
[emergeva] non solo attraverso la persona del Generale Eisenhower, [ma anche 
dal] suo modo alcune volte brusco di trattare i suoi collaboratori inglesi. Gli 
americani, che non hanno una lunga ed accurata preparazione militare e di 
guerra, lasciano però fare agli inglesi nel campo tattico e nei dettagli di 
organizzazione. Questo gli inglesi lo capiscono e lo risentono. Notevole il 
continuo ed insistente ostruzionismo da parte inglese, mentre da parte americana 
prevale se non un senso di benevolenza, perlomeno un'intenzione di 
collaborazione attiva e costruttiva. Notevole anche l'assoluto senso di 
responsabilità che dimostra Eisenhower di fronte a tutti gli altri nel parlare e 
decidere a nome dei Governi alleati. Egli si esprime spesso con le parole: i 
miei Governi; ed anche (ciò che è più significativo): il mio Governo - od il mio 
Presidente - ed il Governo inglese.  |