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Poggio Rusco: operazione "Harring"
Il 26 marzo 1945, il gen, Mac Creery, Comandante dell'8a Armata britannica richiese al Gruppo di Combattimento "FOLGORE" di scegliere 5 ufficiali e 100 paracadutisti tratti, volontariamente, dal Reggimento par. "NEMBO" per un'importante operazione da eseguirsi con aviolancio. Analoga richiesta fu estesa, in pari data, anche allo Squadrone da Ricognizione "F". Il Reggimento "NEMBO" costituì una centuria ordinata in 4 plotoni di 3 squadre ciascuno agli ordini del Ten. Guerrino Ceiner; i primi tre plotoni assunsero il numero d'ordine dei battaglioni di provenienza mentre il 4° plotone fu costituito su elementi della cp. Cannoni, della cp. Mortai, del Genio e dei Carabinieri. In totale il reparto ebbe in forza 5 ufficiali, 13 sottufficiali e 93 paracadutisti. Lo Squadrone "F" formò una centuria, agli ordini del Capitano Gay, Comandante dello Squadrone, ordinata in 12 pattuglie con una forza complessiva di 9 ufficiali, 14 sottufficiali e 90 paracadutisti. Ai primi di aprile, i paracadutisti furono sottoposti ad un intenso ciclo addestrativo speciale curato dal Magg. Ramsey del Parachute Regiment: particolare attenzione fu dedicata all'addestramento al combattimento notturno ed all'esecuzione di atti di sabotaggio. Data l'importanza della missione furono sottoposte a valutazione dei nostri paracadutisti le armi automatiche in dotazione alle truppe alleate, la preferenza però fu data al più affidabile M.A.B. 38/A, il "Mitra Beretta", mentre pistole, pugnali ed esplosivi furono quelli standard delle truppe speciali britanniche. La fase addestrativa si concluse con i lanci con paracadute inglesi effettuati con aerei americani a Gioia del Colle.
Il 19 aprile, il Magg. Ramsey tenne rapporto ai comandanti delle pattuglie dei paracadutisti destinati ad operare all'operazione, denominata "Harring", la quale prevedeva un lancio oltre le linee nemiche a sud del fiume Po. Alla centuria del "NEMBO" fu assegnata la zona, con andamento verticale nord/sud, a cavallo della SS n°12 del Brennero, fra gli abitati di Poggio Rusco a sud e Revere - Ostiglia, sul fiume Po, a nord mentre alla centuria dello Squadrone "F" fu assegnata una zona più a sud, con andamento orizzontale ovest/est, compresa fra Mirandola - Medolla - S. Felice sul Panaro e Finale Emilia. Scopi della missione erano: attacco alle colonne nemiche in ritirata, sabotaggio delle linee telefoniche, creazione di ostacoli sulla via di ritirata del nemico e, non ultimo, quello di cercare di impedire la distruzione di ponti e di opere utili all'avanzata delle truppe alleate. Fra le ore 20.45 e le 21.15 del giorno 20 aprile, all'aeroporto di Rosignano (LI) decollarono 14 velivoli C-47 con a bordo i paracadutisti del "NEMBO" (6 aerei) e dello squadrone "F" (8 aerei), che effettuarono il lancio nelle otto zone previste a sud del Po e a sud - est di Ferrara. Prima della partenza, il gen. Mac Creery fece pervenire ai paracadutisti un telegramma augurale dove veniva riconosciuta esplicitamente l'importanza della rischiosa missione affidata alle due centurie nel quadro operativo della battaglia finale degli alleati sul nostro fronte. Al momento del lancio quasi tutti i velivoli furono fatti segno ad un intenso fuoco contraereo nemico e nonostante le difficili condizioni i lanci avvennero regolarmente a quote comprese tra i 300 e i 100 metri.
Le zone di atterraggio previste non furono chiaramente individuate ed alcune pattuglie presero terra anche a 40 chilometri di distanza dalla zona di atterraggio prevista. La reazione del nemico fu assai violenta ma i paracadutisti, agendo di iniziativa e disseminati a gruppi di 2,3,4 uomini combatterono con risolutezza anche se mancanti di collegamento. Il nemico fu attaccato dovunque, compiendo atti di sabotaggio, bloccando autocolonne, precludendo o rendendo pericolose le vie di ritirata, distruggendo inoltre centri logistici di importanza vitale, comandi e postazioni disattivando mine ed esplosivi posti dai tedeschi al fine di rallentare l'avanzata alleata. Particolarmente efficace fu l'azione di due pattuglie nella zona a nord di Nonantola che, dopo aver ottenuto risultati ragguardevoli contro le forze nemiche, riuscirono nell'occupazione dei paesi di Ravarino e Stuffione che tennero fino all'arrivo dei primi carri armati alleati. Nelle file tedesche si creò uno stato di agitazione tale da far pensare che migliaia di paracadutisti fossero stati lanciati nella zona. Epilogo
In considerazione dei brillanti risultati dell'operazione "Harring", il 27 aprile '45 i comandanti britannici chiesero al Gruppo di Combattimento "FOLGORE" l'approntamento di un intero battaglione di paracadutisti volontari per l'esecuzione di una analoga missione nelle retrovie nemiche nella zona di Verona. Venne prescelto per questa nuova operazione l'intero I/NEMBO ma la resa tedesca e quindi la cessazione delle ostilità in Italia pose fine ai preparativi per la missione. Per i paracadutisti della "NEMBO", che dalle Mainarde al Po, nei momenti più difficili per la Patria, avevano combattuto con coraggio e sacrificio impiegati come normale fanteria, la guerra si concludeva emblematicamente con l'azione caratteristica per la quale erano stati addestrati e preparati spiritualmente e dove venivano esaltate al massimo le loro precipue caratteristiche di arditismo: l'aviolancio alle spalle del nemico. |
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