| Veicolo 
Corazzato da Combattimento VCC1 La decisione di acquisire il VCC1 (non ufficialmente soprannominato "Camillino") 
avvenne nel 1974 dopo che l'Esercito Italiano aveva valutato (e scartato perché 
troppo costosi) due VCC prodotti dalla svizzera MOWAG, il tedesco MARDER e 
l'M113A1PI (Product Improved), quest'ultimo  sviluppato privatamente dalla FCM 
dal veicolo sperimentale
XM765 del 1967 destinato a trasformare l'M113 da trasporto truppa a vero e 
proprio veicolo da combattimento.Il veicolo italiano è concettualmente ispirato all'M113A1PI e, contrariamente a 
quanto si potrebbe pensare, è stato solo realizzato da OTO Melara perché il 
progetto è frutto del lavoro del Servizio Tecnico della Motorizzazione 
dell'Esercito.
 Del VCC1 erano inizialmente previste tre versioni:
 - Mk1 dotata della normale mitragliatrice Browning M2HB da 12,7;
 - Mk2 dotata di una identica arma ma questa volta telecomandata;
 - Mk3 dotata, in analogia all'XM765, di una torretta con una mitragliera da 20 
mm azionata dall'interno.
 L'Esercito era interessato sia alla versione Mk1 che alla Mk3 ma alla fine 
dovette rinunciare a quest'ultima causa la cronica carenza di fondi.
 Il nuovo mezzo, che conserva oltre il 90% delle parti in comune con il normale M 
113A1 inclusi l'apparato propulsivo e il treno di rotolamento, è caratterizzato 
soprattutto da una migliore protezione derivante dall'inclinazione delle pareti 
laterali e dall'applicazione di una protezione aggiuntiva costituita da piastre 
d'acciaio di 6 mm di spessore.
 In tal modo la distanza di perforazione con munizionamento calibro 12,7 passa 
dai 200 m dell'M113 a 600 m. Tutti i VCC1 acquistati (circa 560) sono di nuova
produzione.
 
 Degno di nota è che nel manuale del VCC1 (MOT-10-2300-0257-10-008001) sono 
descritte due versioni: la prima totalmente corazzata (scafo il alluminio più 
corazzature in acciaio balistico) e l'altra parzialmente corazzata (le piastre 
in acciaio non sono installate sui lati inclinati dello scafo dove si aprono le 
feritoie per l'utilizza delle armi individuali). In realtà l'Esercito ha sempre 
avuto in servizio veicoli completamente corazzati.   
  
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    | VCC-1 del 183° Reggimento Par. "NEMBO" esposto in mostra 
    statica il 3 novembre 2002 |  La corazza originale del veicolo non è in grado di opporsi a lanciarazzi a 
carica cava e su questo non c'è nessun dubbio dato che uno dei dei VCC1 della 
Folgore colpiti durante la battaglia al check point "Pasta" subì una 
penetrazione proprio da uno di questi proiettili che causò un morto ed un ferito 
grave. Proprio in seguito a tale evento l'Esercito si decise ad adottare in 
tutta fretta delle corazzature addizionali prodotte dalla FMS.Per quanto riguarda le corazzature aggiuntive montate sui VCC1 italiani si 
possono individuare ben quattro modelli diversi:
 1) EAAK della FMS montati in Somalia su 50 VCC1. Tale corazzatura pesa 800 chili 
ed è in grado di offrire la seguente protezione:
 - imperforabilità contro il proiettile AP da 20 mm sparato da 200 metri su di un 
arco di 100° che diviene di 180° per i proiettili da 14,5 mm;
 - imperforabilità al proiettile da 7,62 sparato a distanza zero su di un arco di 
160°;
 - imperforabilità alle schegge delle granate da 155 mm su di un arco di 160°;
 - riduzione degli effetti di penetrazione dei proiettili a carica cava.
 Tale tipo di protezione è montata in modo stabile sul veicolo e non può essere 
spostata su di un altro veicolo. Inoltre, quando tutte le corazze sono 
installate, solo una feritoia per lato resta libera per il fuoco.
 
  
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    | Due immagini di VCC-1 del 183° Reggimento Par. "NEMBO" 
    esposto in mostra statica il 3 novembre 2002 e dotati delle corazzature 
    addizionali EAAK della FMS. |  2) kit di protezione rimovibile costituito da lamiere piane di produzione OTO 
Melara ed installato inizialmente sui VCC1 della Garibaldi al tempo del loro 
invio in Bosnia.3) come sopra ma formato da lamiere forate per diminuirne il peso;
 4) kit di produzione israeliana basato su lamiere piane anteriori ed elementi 
ondulati in materiale composito installati lateralmente.
 Il VCC1 è oramai un veicolo totalmente obsoleto sia perché non è dotato della 
mobilità sufficiente a seguire i moderni MBT sul campo di battaglia sia perché 
la debole corazzatura e l'inesistente armamento lo rendono eccessivamente 
vulnerabile.Per questo motivo l'Esercito ha in programma la sua sostituzione con il veicolo 
cingolato DARDO.
 
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