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SOMALIA -  Operazione "IBIS 2"
 Dicembre 1992 - Agosto 1993
 
 
 Il 3 dicembre 1992 
il Consiglio di Sicurezza dell'ONU emanò la risoluzione n°794  che 
autorizzava gli stati membri al ristabilimento delle condizioni di sicurezza 
necessarie per la ripresa degli aiuti alla Somalia, le cui popolazioni erano 
ormai allo stremo per la fame, la carestia e la guerra fra frazioni tribali. Con l'invio di una forza multinazionale coordinata dagli Stati Uniti aveva 
inizio l'operazione "Restore Hope".
 Il Nostro Paese aderì alla missione e nell'ambito dell'"Operazione IBIS" inviò 
in Somalia, nella seconda metà di dicembre, un contingente di quasi 3.000 
uomini, con la componente terrestre incentrata su reparti della Brigata Par. 
"FOLGORE".
 Alle forze italiana è affidata l'area nord-est di Mogadiscio attraversata della 
"strada imperiale" che da Mogadiscio, passando per Balad, Giohar e Gialalassi, 
arriva a Bulo Burti, 200 km a nord della capitale.
 Nel mese di maggio del 1993, dopo che gli Stati Uniti cedettero la 
responsabilità diretta della missione all'ONU e nel quadro dell'"Operazione IBIS 
2", il 183° rgt. par. "NEMBO" venne destinato in Somalia e le varie aliquote 
giunsero al campo di transito di Balad fra il 16 maggio ed il 1 giugno.
  L'8 giugno il 186° rgt. par. "FOLGORE" cedette al 183° "NEMBO" il comando del 
"Raggruppamento BRAVO" e la responsabilità del settore di competenza; il 183° 
assunse inizialmente la seguente struttura ordinativa: Comando e cp. Comando e 
Servizi, 12° cp. par., cp. Armi di Sostegno, 15° cp. par. del 186° rgt. 
"FOLGORE", 5° cp. carri "ARIETE", sq. Carabinieri par. del 1° btg. "TUSCANIA".
 Compiti del reggimento furono quelli di assicurare il controllo, ai fini della 
sicurezza, nell'area e degli itinerari posti sotto la sua responsabilità nonchè 
di fornire protezione ed assistenza allo svolgimento delle operazioni 
umanitarie.
 Il controllo del territorio venne attuato mediante posti di blocco fissi e 
mobili, con operazioni di pattugliamento diurno e notturno e con azioni di 
rastrellamento tali da permettere il controllo dei movimenti dei guerriglieri e 
malviventi, impedire le razzie agli aiuti umanitari ed attuare requisizioni di 
armi di ogni tipo.
 L'assistenza alle operazioni umanitarie fu espletata principalmente con la 
scorta a convogli trasportanti aiuti e con la distribuzione di viveri alle 
popolazioni.
  Fra l'11 ed il 13 giugno il 183° attuò l'operazione "Istrice", predisponendo "check-point" 
lungo la "strada imperiale" per evitare travasi di forze ostili tra i settori di 
Mogadiscio.
 Il 2 luglio il 183° effettuò, con altri reparti della "FOLGORE" per complessivi 
800 uomini, appoggiati da carri armati e blindati, l'operazione "Canguro 11" 
cinturazione e rastrellamento del quartiere Heliwa, nord/est di Mogadiscio.
 L'operazione, iniziata alle ore 04.00 portò al recupero di ingenti quantitativi 
di armi e munizioni ma alle ore 08.15 di fronte alla reazione della popolazione 
locale, principalmente donne e bambini che iniziarono violente sassaiole contro 
i paracadutisti, venne impartito l'ordine di ripiegamento ed il rientro a Balad.
 Alle ore 10.20 presso il check-point "Pasta", un violento conflitto a fuoco, con 
uso di armi leggere e razzi controcarro da parte dei guerriglieri somali, vide 
impegnati anche i paracadutisti del 183° "NEMBO".
 Alla conclusione degli scontri tra le forze italiane si ebbero tre Caduti, 22 
feriti ospedalizzati di cui 3 grazi e 15 feriti lievi.
  Nei giorni successivi il reggimento intraprese una serie di operazioni volte al 
ripristino del controllo del territorio e continuò l'assistenza alle attività 
umanitarie.
 Il 26 agosto la 12° cp. del "NEMBO" diede inizio al rientro in Italia del 
reggimento; l'ultima aliquota lasciò Mogadiscio il 7 settembre successivo, dopo 
che in data 31 agosto il 183° aveva passato la responsabilità del settore al 
186° "FOLGORE".
 In Somalia, al servizio di ideali di Pace e di solidarietà, i paracadutisti del 
"NEMBO" hanno vieppiù dimostrato spirito di abnegazione e grande generosità, 
determinazione e coraggio, professionalità e spirito di servizio, elementi di un 
patrimonio spirituale e morale che in cinquant'anni di storia ha sempre 
contraddistinto tutti coloro che hanno servito con onore sotto la Bandiera del 
"NEMBO"
  
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