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Il "NEMBO" all'interno della
Nell'aprile del 1953 il Reggimento "NEMBO" venne trasferito a Cervignano del Friuli (Comando, cp. Comando e II btg., quest'ultimo giunto da Feltre sin dall'agosto 1951), Villa Vicentina (I btg.) e Gradisca d'Isonzo (III btg., cp. mortai e cp. cannoni reggimentali). Nelle nuovi sedi, proprio a ridosso dei confini orientali, il 183° "NEMBO" si assunse la responsabilità del tratto di confine più importante e delicato con la Jugoslavia, la "soglia di Gorizia", dalla città isontina al mare. Il trasferimento del 183° "NEMBO" ai confini venne a coincidere con l'acuirsi delle tensioni italo - jugoslavia per la questione di Trieste ed in particolare, dalla prima decade di novembre 1953 e fino al 20 dicembre, il Reggimento fu schierato a lungo la zona di confine, fra il Vipacco (a sud di Gorizia) ed il mare.
Un anno dopo Trieste fu restituita finalmente all'Italia e reparti del "NEMBO" parteciparono alla grande rivista militare che si tenne nella città il 4 novembre 1954. Nel 1958 venne inquadrato nel Reggimento il IV btg. meccanizzato ed il "NEMBO" assunse la fisionomia organica che manterrà fino al 1975. In occasione del disastro del Vajont, 9 ottobre 1963, il 183° rgt. F. "NEMBO" partecipò, con abnegazione ed altruismo, alle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite. Per il valoroso comportamento verrà decorata con la Medaglia d'Argento al Valor Civile.
E' in questo periodo che elementi del "NEMBO" partono per Pisa dove viene ricostituita la Brigata Paracadutisti "FOLGORE" nel quadro della ricostituzione della disciplina nell'Esercito del nostro Paese inquadrato negli organici della NATO per contrastare il blocco - est; è iniziata la "Guerra Fredda" e che ne vedrà le due "FOLGORE" impegnate fino alla conclusione avvenuta, come sappiamo, nel 1989. Nel novembre del 1966, a seguito delle alluvioni e delle mareggiate che colpirono varie località della provincia di Udine, il Reggimento intervenne in soccorso alle popolazioni di Latisana, Cervignano, Aquileia e Grado. Per questi interventi, il "NEMBO" ricevette un Attestato di Pubblica Benemerenza al Valor Civile.
Il 19 ottobre 1975, a seguito della "ristrutturazione" dell'Esercito, il Reggimento fu sciolto ed il giorno successivo fu costituito, nella Caserma "U. Polonio" di Gradisca d'Isonzo, il 183° battaglione fanteria meccanizzato "NEMBO" inquadrato nella neocostituita Brigata meccanizzata "GORIZIA" della Divisione meccanizzata "FOLGORE". Al 183° btg. fanteria meccanizzato "NEMBO" ereditò la Bandiera di Guerra, le glorie e le tradizioni del disciolto Reggimento, come era avvenuto in precedenza dalla Divisione al Reggimento. Il terremoto che colpì il Friuli nel maggio 1976 trovò il 183° "NEMBO" fra i primi in slancio e disponibilità nel soccorso alle popolazioni colpite dal sisma. L'esemplare comportamento dell'intero reparto fu riconosciuto con la concessione della Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito.
Tenendo sempre elevato il livello di addestramento e la qualità dei propri mezzi, negli anni '80 fu chiamato ad intervenire insieme al contingente italiano F.I.R. (Forza di Intervento Rapido), inquadrato nella NATO, nella questione libanese e nelle missioni "Forza Paris" e "Vespri Siciliani" all'interno del territorio nazionale rispettivamente in Sardegna (da sempre zona di addestramento di questa unità) e in Sicilia per questioni di ordine pubblico, nonché nelle consuete missioni di aiuto alle popolazioni con le quali conviveva in tutte le circostanze, sia festose che di fabbisogno, in cui potesse operare. |
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