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Il 185° reggimento "NEMBO"

Operazioni Venezia Giulia ed in Calabria

(marzo - settembre 1943)


Nel marzo del 1943 il III del 185° venne inviato nella Venezia Giulia per un ciclo operativo antiguerriglia contro i partigiani slavi, mentre il resto della "NEMBO" proseguì l'addestramento nelle sedi stanziali toscane assolvendo compiti di difesa costiera.

Il battaglione iniziò un'intensa attività di pattugliamento nella zona del Goriziano, operando fra Montenero d'Idria, Passo di Zoli, Vipacco, Sadloga, Postumia ed Aidussina contrastando i partigiani con le stesse tattiche di guerriglia.

Successivamente nelle operazioni fu impiegato anche l'XI del 185° e per la fine di giugno la situazione dell'intera zona fu normalizzata ed i due battaglioni rientrarono nella sede di Rovezzano (FI).

Il reggimento, ricevuto il btg. VIII bis e ceduto il X bis, continuò ad operare in modo autonomo e distaccato dal resto della Divisione, che nel frattempo era trasferita in Sardegna.

Nel luglio 1943 il 185°, rinforzato dal III gruppo del 184° rgt. artiglieria "NEMBO", venne prima inviato in Puglia a presidio degli aeroporti salentini, successivamente spostato in Calabria poi in Sicilia, per contrastare gli alleati sbarcati sull'isola ed ormai in avanzata verso Messina.

Il 185° si attestò sulle posizioni di Barcellona Pozzo di Gotto e Castroreale, sulle falde settentrionali dei Monti Peloritani, facenti parte dell'ultima linea di difesa di Messina.

L'incalzare dell'avanzata alleata costrinse, fra l'11 ed il 13 agosto, il 185° al ripiegamento verso Messina per il successivo traghettamento sul continente; in prossimità della città incontrò anche l'ostilità dell'alleato tedesco che con posti di blocco impediva di fatto l'accesso al porto ai reparti italiani.

Il reggimento dovette abbandonare gli automezzi ed il materiale pesante ed avvicinarsi a Messina per mulattiere di montagna; il veto tedesco all'imbarco fu vinto con fermezza e volontà schierando in ordine chiuso l'intero reggimento e marciando, Comandante in testa, verso il porto.

Nell'attesa dell'imbarco il 185° subì dolorose perdite a causa di esplosioni e bombardamenti aerei.

Il 16 agosto il reggimento passò in Calabria alle dipendenze della 211a Divisione Costiera (XXXI Corpo d'Armata), dislocandosi inizialmente nella zona di Melito di Porto Salvo e successivamente tra Cittanova (Comando e III gruppo 184° art.), Piani di Milea (III btg.). S. Cristina d'Aspromonte (XI btg.) e Melito di Porto Salvo (VIII btg.).

Il 3 settembre le forze britanniche sbarcarono sulla costa calabra fra Bagnara, Villa San Giovanni, Reggio e Melito di Porto Salvo avanzando sulle litoranee orientali (1a Div. Canadese) ed occidentale (5a Div. Britannica), costringendo le forze italo - tedesche, fra queste il 185°, a ripiegare lungo la dorsale appenninica.

L'XI del 185° contrastò i canadesi nella zona di Gambarie ma fu costretto a ripiegare per evitare l'accerchiamento mentre l'VIII del 185°, nella giornata del 4 settembre, ebbe scontri di pattuglie fra Bagaladi e S. Lorenzo dopodiché ricevette l'ordine di ripiegare in direzione di Platì.

Il ripiegamento dell'VIII del 185°, per l'occupazione nemica delle principali strade, avvenne fra i sentieri e le mulattiere dell'Aspromonte ed il giorno 7 settembre il reparto raggiunse la strada provinciale fra Platì e S. Cristina d'Aspromonte, che trovò già occupata dalle forze canadesi dirette verso Delianuova.

All'alba dell'8 settembre sui piani dello Zillastro, poche ore prima dell'annuncio dell'armistizio, il battaglione, per rompere l'accerchiamento decise di affrontare il combattimento ed attaccare i reggimenti canadesi "Nova Scotia" ed "Edmonton"; al termine degli scontri, dopo un duro corpo a corpo, i paracadutisti vengono sopraffatti e quello che restò del battaglione si disperse per i boschi dell'Aspromonte.

La sera dell'8 settembre, il resto del 185° in ripiegamento da Platì verso nord con reparti italiani e tedeschi, si trovò fra Cardinale (XI btg., in retroguardia), a sub di Catanzaro, e Soveria Mannelli (III btg. in avanguardia), fra Catanzaro e Cosenza, dove apprese la notizia dell'armistizio.

La sorpresa dell'annuncio e l'assenza di qualsiasi ordine e notizia da parte dei comandi superiori crearono un grande disorientamento fra i paracadutisti e turbarono gli animi di molti.

Fu così che il III del 185° scelse di continuare a combattere a fianco dei tedeschi e continuò il ripiegamento verso la Campania insieme ad elementi della 29a Div. Panzer Grenadieren.

L'XI del 185°, insieme al Comando di reggimento, decise invece di rispettare il dettato armistiziale e rimase sul posto in attesa di ordini.

Durante il ripiegamento verso nord del III/185°, la notizia del trasferimento del Re a Brindisi convinse il Cap. Gay, Comandante della 9a Compagnia, a distaccarsi dal grosso del battaglione ed a rispettare le clausole armistiziali; tale esempio fu seguito anche da parte della 7a Compagnia.

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