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Raggruppamento "Frecce Rosse"


Nella primavera del 1942 il Regio Esercito decise la costituzione di uno speciale reparto, composto da militari stranieri ex-prigionieri di guerra, esuli di diverse nazionalità e italiani originari di territori nemici, da impiegare in azioni informative o di sabotaggio nelle retro vie nemiche, effettuate mediante aviolanci, incursioni e infiltrazioni con camionette, sommergibili e altri mezzi speciali.
Data la particolare natura delle missioni, il reparto, che rispondeva allo Stato Maggiore del Regio Esercito per quanto riguardava reclutamento, disciplina e addestramento, dipendeva invece per l'impiego operativo dal Comando Supremo ed in particolare dal Servizio Informazioni Militari. Costituito il l0 maggio 1942 col nome di "Raggruppamento Centri Militari", esso fu affidato al Ten. Col. di Stato Maggiore Massimo Invrea.
Inizialmente si componeva di un Comando e di tre Centri Militari:
- Centro A, che raccoglieva gli italiani volontari già residenti in Egitto, Arabia, Siria e Palestina e inoltre arabi e sudanesi;
- Centro I, composto da italiani già residenti in Siria e Persia e prigionieri di guerra indiani che avevano accettato di essere impiegati al servizio italiano;
- Centro T, nel quale erano inquadrati gli italiani già residenti in Tunisia.
In tutto erano stati radunati circa 200 arabi, 400 indiani e 1200 italiani.
Nell'agosto del 1942 il reparto mutò la denominazione in "Raggruppamento Frecce Rosse" (nome scelto dal Comandante Invrea in ricordo della sua partecipazione alla guerra di Spagna), mentre i Centri divennero:
- Gruppo Italo-Arabo (ex Centro A), composto da un comando, una compagnia d'assalto e uno squadrone camionette (entrambe composte da italiani provenienti da Egitto e Medio Oriente), una compagnia sudanese (ex-prigionieri di guerra), un reparto speciale a disposizione del Gran Muftì di Gerusalemme (composto da italiani e arabi);
- Battaglione Azad-Hindoustan (ex Centro I), composto da una compagnia fucilieri e una di mitraglieri (entrambe composte da indiani) autotrasportata, un plotone di italiani già residenti in India e Persia e un plotone di paracadutisti indiani, brevettati presso la Scuola di Tarquinia (al comando del Tenente Danilo Pastorboni);
- Battaglione d'Assalto Tunisia (ex Centro T), composto interamente da italiani, con tre compagnie d'assalto e una compagnia della M.V.S.N.. Ogni compagnia d'assalto era composta da un plotone comando, tre plotoni fucilieri e un plotone armi d'accompagnamento, mitraglieri, guastatori, lanciafiamme.
Alcuni volontari del Battaglione d'Assalto Tunisia vennero inviati a Tarquinia a frequentare il corso di paracadutismo, in seguito al quale furono brevettati. Altri invece frequentarono corsi di specializzazione presso il X° Reggimento Arditi.
Al momento dell'impiego in operazioni belliche, solo il Battaglione d'Assalto Tunisia rispose all'appello e, trasferito in Nord Africa aggregato alla Divisione Superga fu protagonista valoroso seppur sfortunato nei combattimenti.
I reparti arabi e indiani, non offrendo sufficienti garanzie, furono sciolti in seguito al precipitare degli eventi, senza aver partecipato ad alcuna azione; in particolare gli indiani, alla notizia della sconfitta di El Alamein, si ammutinarono e furono rinviati ai campi di prigionia.

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