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Il Monumento
del "Nembo":
Tributo ai caduti ed agli uomini tutti del glorioso Reparto
Riportiamo i punti
salienti di una lettera pervenutaci da un ex paracadutista del "Nembo", Nuccio
TAMBORRINO di Sesto Fiorentino (FI), nelle sue parole vengono ben descritte le
motivazioni e il modo in come venne costruito il primo monumento.
Sesto Fiorentino,
13 maggio 2004
Caro Presidente,
ho ricevuto la comunicazione del Consiglio Direttivo e, non dovendomi candidare
per via della distanza geografica, non avrei motivo per scriverti. E, invece, io
ti scrivo lo stesso perché se è vero che Firenze è troppo
lontana da Cervignano, è altrettanto inconfutabile che è a poco più di mezz'ora
da Pistoia dove c'é la Nostra Bandiera e dove sono andato il 23 aprile scorso,
per la Festa del "Nembo". In verità avevo anche un altro motivo per andarci,
vedere se avevano sistemato in maniera decorosa il nostro vecchio monumento che
tempo fa, in occasione di una cerimonia alla quale ero stato invitato, ebbi modo
di scorgere abbandonato in un buio sottoscala della Caserma "Marini".
Naturalmente, anche se ormai non più in servizio, protestai energicamente
ricordando ai presenti che quel monumento non solo rappresentava un doveroso
omaggio ai gloriosi "paracadutisti" caduti, ma costituiva anche il frutto
tangibile del sudore, delle fatiche, dei sacrifici profusi dai generosi "fanti"
del Reggimento che, nei vari poligoni del Friuli, al termine delle esercitazioni
a fuoco, si fermavano per recuperare non il 30 o 40% dei bossoli, come
prescritto, ma il 100%!!! E, talvolta, si attardavano tanto in quella ricerca
impegnativa che, al rientro in caserma, o in accampamento, il rancio ... era
diventato "sbobba" quasi immangiabile. Ma non ci fu mai protesta né sconforto;
solo qualche mugugno e tanta rassegnazione, quasi ad onorare quanto letto sulla
collinetta di S. Elia, a Redipuglia, in una lapide dedicata alla pentola
squarciata da una granata: "... e per quel dì ... solo di fede il fante si
nutrì."
Certo, non mancarono dei momenti di euforia, quando non solo si riusciva a
rientrare in orario ma anche con un bottino del 150% dei bossoli recuperati
perché erano stati raccolti anche quelli lasciati sul terreno da altri reparti.
Quei bossoli vennero, poi, fusi e colati in stampi, diventando "parti" che
furono assiemate e fissate su lastre di marmo (ricavate da vecchi tavoli di
refettorio, fuori uso) ricoprenti una struttura portante. Ne venne fuori un bel
monumento che era solenne, maestoso, e, soprattutto emblematico perché
rappresentava bene il sangue, il valore, il sudore e l'impegno di chiunque
avesse, a qualsiasi titolo militato nei ranghi del "Nembo". Questo e forse
qualcos'altro dissi e me ne andai via senza aver avuto la promessa che al
monumento sarebbe stata data una sistemazione onorevole per il rispetto dovuto
sia a coloro ai quali era stato dedicato sia a coloro che lo avevano realizzato.
Non ho avuto più
modo di passare per Pistoia sino al 23 aprile scorso, quando, appena entrato in
caserma, ho potuto ammirare il nostro monumento, sistemato alla testata del
magnifico cortile, in posizione sovrastante rispetto ad altre strutture con le
quali era stato assemblato. Con grande gioia ho subito scattato delle foto che
non vedevo l'ora di sviluppare per poter finalmente guardare, con calma, un
pezzo legato ai bei tempi della mia gioventù. E non ti nascondo il mio
disappunto nel constatare, dopo un rapido raffronto con una vecchia foto che ho
sul mio tavolo e in cui si vede anche il monumento, delle differenze che, viste
poi alla luce di alcune logiche considerazioni, non travisano, ad eccezione di
una, né l'apparenza formale né la spiritualità dell'opera. Dal citato raffronto,
infatti, emerge che: manca il punto esclamativo; sono state eliminate ben
6 (su 14) cordicelle del fascio funicolare e le restanti sono state accorciate;
sono spariti i due punti che precedono la scritta "NEMBO!" e anche i due che la
seguono (totale 4 punti).
Non credo che
qualcuno abbia già notato le differenze da me evidenziate, perciò mi sembra
doveroso segnalarle, con lettere separate ed in termini diversi, a te, quale
Presidente dell'Associazione ed al Comandante del Reggimento per eventuali
iniziative in merito, permettendomi - e di ciò chiedo umilmente venia - di
formulare alcune mie personali considerazioni a puro titolo di sincera
collaborazione.
1. SISTEMAZIONE
DEL MONUMENTO:
Appare decorosa e ben inserita in un contesto di altre strutture monumentali
preesistenti nella Caserma Marini. Va ringraziato il Reggimento per quanto è
stato fatto.
2. MODIFICHE AL
FASCIO FUNICOLARE
Probabilmente, si sono rese necessarie per motivi di spazio disponibile nella
nuova sistemazione. Purtroppo, attualmente, il complesso risulta un po' tozzo e
meno slanciato rispetto all'originale, ma, comunque, è sempre accettabile. Non
appare possibile una disposizione migliore di quella attuata. Ancora "Grazie!"
al Comando Caserma.
3. PUNTI MANCANTI
Non sembra un problema molto importante. In questo caso il Comando Reggimento
può fare ciò che ritiene opportuno
4. PUNTO
ESCLAMATIVO
Esso stava ad evidenziare un urlo non solo di battaglia ma di impegno, di
dedizione, di fedeltà che gli uomini del Nembo, "paracadutisti" e "non",
avevano sempre gridato mentre gli altri non sapevano cosa gridare soprattutto
una volta scomparso il "Savoia!" di vecchia memoria. Oggi il Nembo è inquadrato
nella Folgore che grida e fa gridare a tutti (Nembo compreso, come è giusto che
sia) solo "Folgore!". Ma ... almeno sul monumento, affinché si sappia che una
volta si è anche gridato "Nembo!" il punto esclamativo credo proprio che ci
possa stare.
Ti allego due foto per un rapido raffronto fra presente e passato sperando in un
futuro migliore.
Un abbraccio e un grido ....
Ora e sempre:
Nembo!!!
Cordialmente
Tamborrino
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