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     |  | Negli anni '60 l'Esercito Italiano 
    manifestò l'esigenza di provvedere alla totale sostituzione dei carri M47 
    che allora costituivano il nerbo delle forze corazzate italiane. La 
    selezione per il nuovo veicolo fu fatta tra il francese AMX30, l'inglese 
    Chieftain, l'americano M60A1 ed il tedesco Leopard. Risultò vincitore il 
    carro tedesco ma, dato che lo stesso era appena entrato in servizio nel 
    Bundeswehr e non era ancora disponibile per l'esportazione, si decise di 
    acquistare un'aliquota di carri M60A1 per equipaggiare almeno alcune unità 
    di prima linea. Degli altri concorrenti l'AMX30 fu escluso fondamentalmente 
    perché equipaggiato con un cannone non dotato di munizionamento standard 
    NATO, mentre il Chieftain lo fu perché eccessivamente pesante e lento. In 
    realtà anche l'M60A1 aveva dei problemi: in particolare le sue dimensioni 
    che ne ostacolavano, ad esempio, le manovre sulle strette strade friulane e 
    ne rendevano assai complesso il movimento per ferrovia annullando così, di 
    fatto, la sua mobilità strategica. Per contro il mezzo era assai robusto e 
    di semplice manutenzione, qualità non da poco in un esercito formato da 
    personale di leva. Per evitare al massimo i lunghi trasferimenti si decise 
    di assegnare tutti i veicoli all'"Ariete" che, operando in Friuli, era 
    l'unità corazzata direttamente esposta ad un attacco delle forze del Patto 
    di Varsavia. I carri italiani erano sostanzialmente identici a quelli 
    americani salvo pochi particolari messi in evidenza nelle foto presentate. | 
  
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     |  | Il cannone M68 dell'M60A1 al massimo e minimo 
    alzo. Si noti la banda nera dipinta sulla corazza frontale. Il carro è in 
    grado di stivare  a bordo 63 colpi. L'M60A1 aveva una larghezza tale da 
    impedirne il trasporto ferroviario senza preparazione. Chi scrive ricorda 
    assai bene quando, transitando per il nodo ferroviario di Mestre, vedeva i 
    carri caricati sui pianali ferroviari privi dei cingoli, della ruota motrice 
    esterna, di tutti i parafanghi e delle casse laterali per le dotazioni in 
    modo da ridurre l'ingombro laterale del veicolo e farlo rientrare nella 
    sagoma ferroviaria italiana. | 
  
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     |  | Durante le marce di trasferimento il cannone può 
    essere fissato su di una rizza montata sul cofano motore. Si noti il metodo 
    di fissaggio della barra di traino per i mezzi in avaria. I carri italiani, 
    a differenza di quelli americani ed israeliani, hanno mantenuto negli anni 
    il cingolo T97E2 (81 maglie per ciascun cingolo) mentre i modelli del carro 
    ripropongono quasi sempre il cingolo T142 con piastre ottagonali in gomma 
    sostituibili singolarmente. Per riprodurre correttamente un veicolo italiano 
    è quindi d'obbligo utilizzare il set di cingoli a maglia singola dell'AFV 
    dedicati al T97E2. | 
  
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     | Per il trasporto stradale sulle 
    lunghe distanze l'Esercito Italiano dovette dotarsi di un nuovo portacarri 
    capace di caricare un peso fino a 50 tonnellate: l'ATC81. | 
  
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     |  | Due foto del lato sinistro del carro dalle quali 
    si nota il gruppo di otto lanciafumogeni montato a lato della torretta. 
    Questo tipo di lanciafumogeni è montato solo sui veicoli italiani. Più 
    avanti sono state inserite alcune foto particolareggiate dei lanciafumogeni. | 
  
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     | Vista posteriore del carro. Si 
    notino le luci ed i catarifrangenti supplementari montati sui parafanghi dei 
    veicoli italiani.Sulla griglia destra è visibile l'attacco per il 
    dispositivo per i guadi profondi (non acquisito dell'Esercito Italiano) | 
  
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     | L'M60A1 è dotato di un motore 
    Continental AVDS-1790-2A, 12 cilindri a V di 90° turbocompresso. Questo 
    motore è in grado di esprimere una potenza massima di 750 hp a 2.400 
    giri/minuto. | 
  
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     |  | Due foto della ruota motrice. Si noti che la 
    sua forma reale è completamente differente da quella proposta sulla quasi 
    totalità dei modelli dedicati a questo carro. Si notino inoltre i fori ovali 
    per l'espulsione del fango ed i due dischi interni che, ingranando i denti 
    guidacingolo, allineano il cingolo durante la marcia e ne impediscono la 
    fuoruscita dalla ruota motrice. | 
  
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     | Un particolare delle zona posteriore 
    del treno di rotolamento, la sospensione dell'M60 è a barre di torsione con 
    alcuni assi assistiti da ammortizzatori idraulici. Le ruote dell'M60A1 hanno 
    un disegno caratteristico, le versioni successive del carro ne hanno 
    adottato una con profilo semplificato. |