| |
CARRO
GETTAPONTE LEOPARD "Biber"
Uno dei più caratteristici veicoli del genio attualmente
utilizzati da tutti gli eserciti modernamente equipaggiati è certamente il carro
gettaponte. Questi mezzi, introdotti in discrete quantità già durante la seconda
guerra mondiale, sono considerati dei veri e propri moltiplicatori di forza
perché consentono alle forze corazzate di continuare la loro manovra d'attacco
anche in presenza di ostacoli che, anche se di piccole dimensioni, impedirebbero
altrimenti ai carri la loro normale avanzata. Anche durante eventuali fasi di
ripiegamento la loro utilità non diminuisce dato che consentono di ridurre i
problemi causati dalla distruzione dei ponti o di eliminare la necessità di
percorrere molta strada per trovarne uno intatto.
Subito dopo la guerra l'Esercito Italiano introdusse in questo ruolo alcuni
veicoli di provenienza inglese basati sul carro Valentine che però si rivelarono
ben presto insufficienti causa la limitata portata (30 tonnellate). Negli anni
'60 la ditta ASTRA di Piacenza, già operante nella revisione dei veicoli
corazzati, propose alla Forza Armata alcuni prototipi basati sui carri M26
Pershing ed M47 Patton. Tutti i veicoli adottavano una configurazione basata su
di un ponte con apertura a forbici in analogia con gli equivalenti veicoli
americani ed inglesi. Questa soluzione aveva il grande svantaggio di rendere il
mezzo assai visibile dato che richiedeva l'innalzamento del ponte per almeno
metà della sua lunghezza. Si trattava in alcuni casi anche di una decina di
metri! Nessuno di questi mezzi venne comunque omologato dall'EI che dovette
aspettare addirittura la metà degli anni '80 per vedere entrare in servizio il
carro gettaponte basato sullo scafo del carro medio Leopard e soprannominato dai
tedeschi "Biber" (castoro).
|
Il Biber è basato sullo scafo del carro medio Leopard del
quale adotta tutta la meccanica ed il treno di rotolamento. Ciò oltre a
permettere una migliore gestione logistica fa anche si che il veicolo
mantenga le prestazioni del carro da battaglia dando così la possibilità ai
reparti del genio di mantenere il passo delle formazioni corazzate in modo
da intervenire celermente in caso di necessità. Il carro, adottato dall'EI
in 64 esemplari tutti costruiti in Italia su licenza dalla OTO Melara di La
Spezia, trasporta un ponte lungo complessivamente 22 metri, largo 4 e dotato
di due corsie della larghezza di 1,55 metri ciascuna. Ciò permette
l'attraversamento dell'ostacolo ad una grande varietà di veicoli sia ruotati
che cingolati. Il ponte pesa quasi 10 tonnellate ed è omologato per
l'attraversamento da parte di veicoli avente classe pontiera massima pari a
50 tonnellate. Anche se attualmente l'Esercito non ha intenzione di
aggiornare il Biber, l'entrata in servizio del carro Ariete porrà prima o
poi il problema di acquisire un sistema che permetta il transito a veicoli
quanto meno della classe 60 tonnellate. Ciò anche in vita del possibile
impiego con carri di altre nazioni che ormai superano abbondantemente questo
limite. Probabilmente la Forza Armata seguirà l'esempio di altri eserciti
che hanno adottato ponti più capaci mantenendo inalterato il veicolo
lanciatore.
LE FASI DI VARO DEL PONTE
|
|
|
|
In questa immagine fornita dalla Ditta costruttrice MAK si
osserva il ponte durante la fase di scorrimento della parte anteriore. In
posizione ripiegata il ponte è lungo 11,79 metri mentre la luce libera
massima superabile è di 20 metri. L'azionamento del dispositivo di lancio
avviene tramite un dispositivo idraulico comandato da due pompe collegate a
loro volta ad un motore idraulico da 76 cv. In caso d'avaria al motore è
presente una pompa d'emergenza comandata da un motore elettrico per
l'azionamento del dispositivo idraulico di lancio. E' anche presente una
serie di elettrovalvole di sicurezza che impediscono la manovra del ponte in
condizioni anomale. Il tempo massimo di lancio è di cinque minuti suddiviso
in sei operazioni distinte per complessive 23 manovre diverse. La pendenza
massima, longitudinale o trasversale, con la quale può essere posato il
ponte è pari al 10%. |
|
Un'immagine del Biber con la lama stabilizzatrice abbassata.
Questa lama può anche essere utilizzata per piccoli lavori di sbancamento
necessari alla preparazione della zona di appoggio per la lama stessa. |
|
Lo scafo del Biber è simile ma non identico a quello del
Leopard. Si noti subito a fianco del portello del pilota il grande perno sul
quale oscilla il dispositivo di messa a terra del ponte e, subito dietro, i
due pistoni idraulici che comandano il suo movimento. |
|
|
|
Vista posteriore del Biber che permette di osservare l'unico
armamento del veicoli costituito da due gruppi di quattro lanciafumogeni
Wegmann da 76 mm montati alla sommità della struttura equilibratrice del
ponte. Questa struttura ha anche il compito di sollevare leggermente la
parte superiore del ponte per favorire loscorrimento in avanti di quella
inferiore durante la fase iniziale di lancio. |
|
Nella foto si vede la piccola cupola del capocarro del Biber.
L'equipaggio è formato da soli due uomini (pilota e capocarro) entrambi i
quali in grado di manovrare dal loro posto il meccanismo di lancio. Anche se
normalmente le operazioni vengono condotte dal pilota mentre il capocarro le
dirige stando a terra, la procedura può essere eseguita senza problemi con
tutti e due gli uomini a bordo ed a portelli chiusi. |
|
Le due sezioni del ponte scorrono una sull'altra utilizzando
delle piccole ruote che vengono guidate dal bordo interno rialzato presente
su ogni corsia. Queste stesse ruote, durante la marcia, mantengono le due
sezioni allineate e ne impediscono il reciproco slittamento laterale. Ciò
comporta che prima di procedere al recupero del ponte bisogna curare al
meglio la sua pulizia. In caso contrario, l'accumulo di fango potrebbe
portare al sollevamento delle ruote ed alla conseguente compromissione della
loro funzione stabilizzatrice. |
|
|
Due immagini riprese con il ponte abbassato che permettono
di apprezzare la conformazione del braccio di lancio del ponte. |
|
In questa immagine del ponte posato a terra si osservano i
bordi rialzati con funzione guidacingolo. Si noti che la superficie di
transito è completamente liscia. |
|