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“I DEMONI ROSSI”
di Daniele Lembo
E’ in uscita, per i tipi della MA.RO EDITRICE di
Copiano (PV), il nuovo libro Daniele Lembo dal titolo “I DEMONI ROSSI”.
Il prolifico Giornalista e saggista, nel suo nuovo lavoro tratta dei mezzi
corazzati italiani nel secondo conflitto mondiale. Il titolo Demoni Rossi è
mutuato dall’inno dei carristi le cui parole sono, a dir poco, travolgenti:
"Baldo carrista/lancia al vento del tuo cuore la
canzone/ che è l’inno tuo di fede e di passione/per la tua Patria, per il Re,
per il tuo Duce. E canta il core/l’accompagna col suo ritmo anche il motore/
dice a chi lo guida nel cimento Demone rosso avanti tu sei fra tutti quanti il
re dell’ardimento”
Secondo l’autore, il tema della preparazione
bellica italiana nel secondo conflitto mondiale è stato più volte affrontato
dando vita, purtroppo, a tesi storiche basate più su luoghi comuni e sui
“sentito dire” che su un serio e coscienzioso studio delle passate vicende
nazionali.
In troppi hanno affrontato gli studi storici avvalendosi di notizie frammentarie
e spesso partigiane in quanto frutto, il più delle volte, della radicata e
compiaciuta abitudine di parlare male di tutto ciò che è avvenuto in Italia nel
Ventennio fascista. Un modo di fare che ha trasformato la Storia di quella
guerra italiana in una sorta di racconto mitologico. Come quel conflitto sia poi
andato a finire è cos a nota a tutti. La guerra fu persa e, se è vero che anche
nella sconfitta bisogna essere capaci di mantenere la dignità, c’è da dire che
quella guerra non fu persa nel migliore dei modi. Nel dopoguerra, in molti si
sarebbero improvvisati strateghi e tutti costoro si sarebbero rivelati
infallibili nella scienza dei “ma” e dei “se”, indicando con certezza quali
erano stati gli errori che si sarebbero dovuti accuratamente evitare nel
conflitto passato. Tutti questi esperti militari del giorno dopo sarebbero stati
accomunati dal fatto di voler spiegare le ragioni della sconfitta con
l’insufficiente e vetusto armamento ed equipaggiamento delle Forze Armate
Italiane. Con il tempo, poi, che la disfatta fosse stata causata dai carri
armati di latta e dai biplani di legno è diventata una professione di fede
dell’intero popolo italiano, insomma una sorta di dogma storico/religioso
nazionale. Per il vasto pubblico, quindi, la seconda guerra mondiale è e resterà
lo scontro bellico al quale gli uomini del Regio Esercito presero parte calzati
di scarpe fatte di cartone e armati con fucili ‘91 e carri armati giocattolo,
meglio conosciuti come “scatole di sardine”.
A fronte di un modo di fare Storia per luoghi comuni, ma che rischiano di
sostituire alla Storia una vulgata popolare, con questo nuovo lavoro, Daniele
Lembo intende fornire al lettore almeno una chiave di lettura che lo metta in
condizione di comprendere, con maggiore serenità, quale fu la realtà italiana
dei mezzi e delle forze corazzate in quel conflitto. E’ un tentativo esperito da
Lembo, di fornire un piccolo e sereno contributo alla verità storica. Il volume
si articola in dodici capitoli.
Nel primo capitolo si tratta dell’impiego dei carri in Africa Orientale e in
Spagna e, in particolare, del Carro Veloce italiano.
Dal capitolo secondo al sesto i temi affrontati sono: La dottrina circa
l’impiego dei carri armati e la situazione in Italia in vista del conflitto; I
primi combattimenti sul fronte delle Alpi e su quello africano; La guerra in
Africa settentrionale; L’attacco all’Italia e la caduta del Fascismo;
l’Armistizio e l’impiego dei carri da parte delle Forze Armate della Repubblica
Sociale Italiana. Dopo aver affrontato l’argomento dei carri stranieri valutati
dal Regio Esercito, quelli di preda bellica e dell’acquisizione di carri armati
tedeschi, nel capitolo ottavo e nono, l’autore, dedica spazio ad alcune
considerazioni sui carri italiani e sulla produzione nazionale. Quasi come un
appendice, i due ultimi capitoli sono dedicati ai treni armati italiani nel
periodo tra le due guerre e nel secondo conflitto mondiale. Si tratta di
un’opera agevole che, in poco più di cento pagine, sviluppa l’argomento in modo
gradevole e leggibile.
Il libro ruota intorno ad un assioma, secondo il quale la quale i mezzi
corazzati italiani, quando furono guidati da mani esperte, impiegati in massa e
non si trovarono in condizioni di scandalosa inferiorità numerica, non
sfigurarono di front e al nemico. Ne fu prova la vittoria a Bir El Gobi, dove
si dimostrò che la Divisione italiana Ariete poteva, se impiegata in battaglia
nei dovuti modi, contrastare e sconfiggere le forze corazzate britanniche, anche
quando queste erano in evidente soprannumero.
In conclusione, si tratta di un lavoro destinato ai giovani perché sappiano e
ricordino chi, in quella guerra, è rimasto sotto la neve di Russia, soldato di
ghiaccio, o a sentinella in un mare di sabbia, a fare la guardia al sogno di una
Patria più grande e più bella.
La finalità dell’opera è resa chiara dalla dedica del libro:
“Verso le ore 15,30 della giornata in cui i carri
della Divisione Ariete sostennero quello che fu il loro ultimo combattimento a
El Alamein, un ufficiale carrista avrebbe inviato il seguente messaggio radio:
"Carri armati nemici fatta irruzione a sud; Ariete accerchiata . Trovasi circa
cinque km. N-O Bir el Abd. Carri Ariete Combattono."
Questo libro è dedicato a quell’uomo, ma è dedicato anche a mio figlio Matteo e
ai suoi amici sperando che imparino che nella vita non è necessario vincere, ma
è indispensabile combattere e mantenere fede agli impegni del dovere e
dell’onore.”
L’opera si avvale delle illustrazioni a cura
dell’ottimo Sergio Pietruccioli, i cui lavori sono visionabili sul sito:
http://www.cestra.eu/franco/MilitaryInPictures/chisiamo.htm
Per contattare l’autore:
danielelembo@email.it
Per contattare Sergio Pietruccioli:
sergio.pi46@gmail.com
Edizioni MA.RO. EDITRICE .- Copiano, costo Euro
20.
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