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Cerimonia di Gorizia”

L’ 8 maggio u.s. ha avuto luogo in Gorizia la cerimonia di saluto alla B. cav. “Pozzuolo del Friuli” che, a breve, si trasferirà in IRAQ.
In quella circostanza era presente anche il labaro della nostra Associazione.
Nel momento particolarmente critico che stiamo vivendo, direi soffrendo nel più profondo dell’animo, rivolgiamo un corale saluto a questi uomini ed a queste donne che sono chiamati in quella terra lontana ed infida a testimoniare, come sempre in passato, la professionalità, l’equilibrio, il coraggio e, perché no, anche e soprattutto l’umanità della nostra gente. Tanto più arduo e rischioso sarà l’adempimento del loro compito nel contesto attuale.
E’ stata una vera follia quella commessa, preghiamo Dio da …, dagli alleati nei confronti dei prigionieri iracheni. Più che una delirante follia è stato un tradimento che ha macchiato l’onore delle Bandiere, ha offeso la morte di tanti commilitoni caduti, convinti di morire perché subentrasse una società migliore. Non ci sono parole per esprimere lo smarrimento, la delusione, il nostro profondo dolore. Ma proprio in momenti come questi riteniamo che l’unità e la coesione di un popolo, che ha i suoi figli e le sue figlie impegnati a rischio della vita, dovrebbero manifestarsi più forti che mai. Assistiamo invece ad un susseguirsi di comportamenti, dichiarazioni che, pur concedendo la buona fede, lacerano l’opinione pubblica, disorientano specie le menti più fragili ed influenzabili, danno oltre i confini nazionali un’immagine di sbandamento ed un incombente spirito di sconfitta.
I terroristi fanatici senza scrupoli di alcuna natura, che perseguono solo i loro criminali interessi anche sulla pelle della maggior parte del popolo iracheno, che vorrebbe umanamente solo offrire ai suoi figli un’esistenza migliore, non aspettano altro e sentitamente ringraziano. Ciò che accadde dopo la battaglia di Canne, perduta per l’irresponsabilità del console Caio Terenzio Varrone che, ironia del destino, fu tra i pochi scampati a Roma, dovrebbe esserci d’insegnamento anche a distanza di oltre ventidue secoli. Il senato al completo andò incontro al console sconfitto alle porte della città e lo ringraziò “perché non aveva dubitato della salvezza della Patria” !!!.
In questo momento così difficile per la nostra storia nazionale, così difficile per tutto il mondo, al di là dei nostri personali convincimenti culturali e politici, facciamo quadrato intorno ai nostri soldati che partono, così che, nei lunghi giorni e nelle lunghe notti che li attendono, li accompagni il conforto di sapere che tutta la nazione condivide idealmente il loro operare ed è partecipe dei loro sacrifici.
Che Iddio vi assista e tenga la mano sul vostro capo, ragazzi!
Noi nient’altro possiamo fare che pensare a voi ed attendere con animo forte e serena speranza il vostro ritorno.

 

 

 

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