| |
LIBERAZIONE DI FILOTTRANO:
"QUI combatté LA NEMBO"
Mauro Paolucci
Classe 3A Scuola Media di Filottrano
La battaglia di Filottrano è
stata una vicenda molto importante per la liberazione dell'Italia dal
Nazifascismo.
La battaglia si è combattuta nella nostra città, proprio per la sua posizione
strategica infatti dista pochi chilometri da Ancona, dalla quale arrivavano i
rifornimenti per i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.
A combattere contro l'invasore furono mandati reparti polacchi e a dar manforte
ai primi arrivò una divisione di paracadutisti del C.I.L. (Corpo Italiano di
Liberazione) la Nembo. L'ordine che avevano i tedeschi era di proteggere Ancona
il più a lungo possibile, quindi si erano asserragliati sulle nostre colline per
impedire agli alleati di avanzare e raggiungere il porto.
La battaglia durò 9 giorni, 9 durissimi giorni di aspri combattimenti, che
portarono ad una svolta l'8 luglio 1944.
I tedeschi furono respinti ed abbandonarono le loro posizioni nella notte tra
l'8 e il 9 luglio. La mattina seguente due cittadini di Filottrano salirono
sulla torre dell'acquedotto per fissare la bandiera italiana che avrebbe indotto
i soldati italiani a cessare i bombardamenti ed entrare a Filottrano, visto che
il nemico era stato sconfitto. I tedeschi rimasti iniziarono a bombardare la
torre, la bandiera cadde, i due cittadini fuggirono, ma un terzo filottranese
risalì coraggiosamente la torre e fissò definitivamente il tricolore sulla cima.
Furono proprio i paracadutisti della Nembo che diedero il maggiore contributo
alla liberazione della nostra città, gettandosi all'assalto dell'ospedale dove
erano barricati i tedeschi, dimostrando in questa azione tutto il loro valore
militare.
La Nembo è stata l'esempio dell'ostinazione e del coraggio dei soldati che, dopo
lo sbandamento dell'Esercito Italiano, sono rimasti a combattere per liberare il
proprio Paese dalla dittatura.
Per la libertà occorre combattere, essa va difesa e bisogna rispettare quella
altrui, se si vuole costruire un futuro migliore senza conflitti.
Il gesto compiuto dai paracadutisti della Nembo è da ricordare e occorre fare in
modo che tutti sappiano come questi soldati hanno combattuto duramente
sacrificando la propria vita per far sì che noi vivessimo in uno stato libero e
democratico.
L'opinione pubblica tende a dimenticare questi eroi che sono morti per noi, ma
si deve impedire che questi ricordi vadano perduti. Anche i partigiani con le
loro azioni di sabotaggio hanno dato un contributo alla liberazione
dall'invasore e anche a loro va un ricordo particolare. Sia i primi che i
secondi, invece di tornare a casa come molti altri fecero dopo l'armistizio
dell'8 settembre, sono rimasti a combattere e questo, ai miei occhi, li rende
dei veri e propri "eroi".
|